Tanti indizi portano a una prova? Ieri, il quotidiano L’Adige si è occupato della concreta ipotesi che gli appetiti della Lega veneta, che da tempo punta a realizzare e gestire un polo autostradale del nord-est, comprendano anche la A22. E forse la melina messa in opera dal presidente della Regione Fugatti ha proprio lo scopo di favorire il disegno di Luca Zaia? Da tempo il Team K accusa Fugatti di lavorare per gli interessi del Veneto e dei soci fuori Regione, mentre il presidente della Provincia Arno Kompatscher si impegna per ottenere la concessione tramite una società in-house regionale. In dicembre avevamo portato in aula una mozione – poi approvata – che impegnava la Giunta e quindi Fugatti “a fare tutto ciò che è in suo potere e nelle sue possibilità affinché una società in house regionale ottenga al più presto la concessione trentennale per la gestione dell’autostrada del Brennero, al fine di evitare il rischio di metterla a gara”. Paul Köllensperger: “Il nostro territorio non può permettersi di perdere il controllo sull’Autobrennero, un patrimonio pubblico fondamentale, e se salta la concessione A22, deve saltare anche la Giunta regionale”.
Che interesse ha la Lega trentina e il presidente Fugatti a far saltare la possibilità di ottenere la concessione dell’A22 tramite una società regionale pubblica? Perché perdere dai 70 agli 80 milioni annui di dividendi; un tesoretto di centinaia di milioni accantonati per opere infrastrutturali destinate a mitigare le esternalità negative su ambiente e salute causate dal traffico; la possibilità di attuare provvedimenti per spostare il traffico su rotaia (che solo una società pubblica territoriale potrebbe implementare, certo non una società privata o fuori regione)? Queste domande sorgono spontanee assistendo ai tentennamenti di Fugatti.
Un recentissimo emendamento alla legge 244/2007 presentato da un gruppo di parlamentari veneti in una commissione alla Camera dei Deputati, consente in sostanza alla Concessioni autostradali venete (Cav Spa, società partecipata al 50 per cento da Regione Veneto e Anas) di espandersi nel ricco mercato delle autostrade del nord-est e di operare in qualità di gestore sia su tratte autostradali che attraversano il Veneto che in quelle delle regioni limitrofe, previo accordo con i territori interessati (ossia Fugatti nel caso della Regione Trentino Alto Adige). E’ insomma il “grimaldello” normativo che potrebbe consentire a Zaia di mettere le mani (anche) sulla A22, come ha ben raccontato il quotidiano L’Adige nella sua edizione di ieri, 22 luglio, e di realizzare il suo progetto inseguito da almeno dieci anni di polo autostradale del Nord Est in mani venete.
Ma la Lega trentina lavora per il territorio che amministra o per i soci fuori Regione dell’Autobrennero? Fugatti è il presidente della Regione Trentino – Alto Adige o un semplice emissario di Zaia? Queste domande le avevamo poste già nel dicembre 2020 e purtroppo a pensar male ogni tanto ci si azzecca. Proprio a dicembre il Team K aveva infatti portato in aula una mozione per tutelare A22 quale asset pubblico strategico per il territorio regionale, poi approvata solo per non perdere la faccia, evidentemente. Infatti il documento – approvato a larga maggioranza dall’aula – sanciva in maniera definitiva che il rinnovo della concessione per la gestione della A22 dovesse passare attraverso una società pubblica regionale e vincolava la Giunta regionale in tal senso. L’obiettivo era quello di porre fine alle tergiversazioni della Lega trentina e di Fugatti, ma evidentemente anche di fronte a un impegno politico scritto nero su bianco l’interesse veneto rischia di prevalere.
“Se le notizie riportate dalla stampa trovassero davvero riscontro, si tratterebbe di un danno enorme per i cittadini e la Regione. Perdere il controllo pubblico dell’A22 imporrebbe le dimissioni di Fugatti e anzi, Kompatscher dovrebbe riflettere se far saltare la Giunta subito, considerate le inquietanti premesse”, conclude Köllensperger.
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