Dopo il Tour della sostenibilità e il Festival della sostenibilità, ecco il terzo atto dello show, confezionato da Idm: il marchio di sostenibilità per il turismo. “Va in scena l’ultimo atto della commedia della sostenibilità, ancora una volta a spese dei contribuenti, senza valore internazionale e piuttosto fumoso”, affermano i consiglieri Alex Ploner e Paul Köllensperger.
Sostenibilità, the show must go on. Invece di cominciare ad agire grazie agli input a prezzi esorbitanti emersi nel corso del festival della sostenibilità, l’Idm tira fuori dal cilindro un marchio di cui francamente non se ne sentiva il bisogno.
Tutto è iniziato con il tour della sostenibilità per l’Alto Adige di Arno Kompatscher, costato 150mila euro. Il secondo atto dello spettacolo si è tenuto nel 2022 con un festival della sostenibilità da 2,5 milioni di euro che, a sentire il presidente, sarà ripetuto anche quest’anno (finora senza indicazioni sul budget). I risultati del festival? Un viaggio lampo di Kompatscher a Bruxelles per consegnare le raccomandazioni emerse, mentre i cittadini, che hanno pagato lo spettacolo con i soldi delle tasse, non ha mai potuto vedere questi risultati. Ed ecco l’ultimo atto della farsa, almeno per il momento: un marchio di sostenibilità per il turismo, di proprietà della Provincia.
“Finora l’Idm ha bruciato quasi 50mila euro di denaro dei contribuenti solo per lo sviluppo del marchio. A questi se ne aggiungono circa 40mila per la collaborazione con il Gstc (Global Sustainable Tourism Council), un marchio di sostenibilità internazionale a cui l’Alto Adige è affiliato da anni. Con quali risultati?”, afferma Alex Ploner.
“Non basta investire molti soldi in festival e marchi se le decisioni della Giunta provinciale sono tutt’altro che sostenibili: le opere per le Olimpiadi, i milioni di denaro pubblico spesi per una funivia privata a Tires, l’abbattimento del bosco ripariale a Bressanone, l’emergenza idrica, con i nostri acquedotti che perdono troppa acqua. La Giunta vuole la sostenibilità? Allora inizi a fare scelte differenti e sia più concreta, invece di continuare a dare all’Idm sempre più soldi per etichette alibi”, afferma Paul Köllensperger, che continua a chiedere una riforma dell’Idm, insistendo sull’implementazione della relativa risoluzione approvata dal Consiglio provinciale.