Il Team K Bolzano si presenta a queste elezioni comunali con una squadra variegata ed equilibrata in fatto di rappresentanza dei generi, dei gruppi linguistici, delle età e delle competenze, con ben tre professori universitari. Oggi al Kolpinghaus si è tenuta la presentazione delle candidate e dei candidati.
Entusiasmo ed emozione per i tanti cittadini che nel Team si presentano per la prima volta a un’elezione, ma anche per i pochi che hanno già avuto occasione di calcare il palcoscenico politico. A fare gli onori di casa ci hanno pensato il coordinatore del Team K Bolzano Matthias Cologna e naturalmente il candidato sindaco Thomas Brancaglion: “Il Team K è nato due anni fa come progetto provinciale che supera le vecchie logiche di spartizione di potere tra i gruppi linguistici. Un sistema che puntualmente vede i partner italiani – come massima ambizione – aspirare a diventare vicepresidenti di qualcuno. Anche a Bolzano assistiamo al perdurare di queste logiche, con i vari partiti – destra o sinistra poco importa – in fila a mendicare il sostegno della Volkspartei, che parlandoci chiaro di fatto governa anche Bolzano. Il Team K è la novità politica nata proprio per reazione a questo stato di cose. La premessa del nostro agire politico è la convinzione che i problemi della città non parlino una lingua piuttosto che un’altra, ma al contrario necessitino di soluzioni concrete da trovare insieme”.
Nel corso della presentazione sono stati isolati tre punti programmatici tra gli altri. Luca Fazzi, professore di sociologia presso l’Università di Trento, ha proposto una sintetica analisi delle criticità socioeconomiche del capoluogo, soffermandosi in particolare su quello che è il progetto urbanistico fondamentale per il futuro della città. “Il progetto dell’Areale ha per chi frequenta i palazzi che contano già un unico vincitore. Un fatto anomalo, pericoloso, sconvolgente: si fanno intravedere piogge di milioni a favore della comunità e dell’economia locale, mentre il capitolato fa capire chiaramente come la gara sarà un passaggio chiavi in mano del futuro della città alla speculazione. Vogliamo invertire questa rotta suicida: Bolzano ha bisogno di un investimento sicuro, non di giocare con il destino di centinaia di ditte dipendenti da qualcuno che in quindici anni potrebbe fallire o incorrere in guai giudiziari, ha bisogno di un progetto con impatto sociale con case a prezzo accessibile per i giovani, alloggi protetti per le fasce deboli, luoghi di socializzazione e incontro, spazi per un’economia che produce valore e non è soffocata dal prezzo delle strutture”.
Vogliamo anche che le politiche di investimento prevedano la possibilità anche per i piccoli risparmiatori di partecipare alla distribuzione del valore con l’introduzione di strumenti moderni di investimento come i fondi comuni o collettivi. Il capitale privato è importante ma non deve servire per rendere una città schiava ai piedi di un unico padrone. Essere orgogliosi di vivere Bolzano significa tornare a essere padroni del proprio destino”.
Insegnante e formatrice, Raffaella De Rosa è una delle molte insegnanti che compongono il gruppo scuola del Team K e ha le idee chiarissime. “La scuola bilingue è uno dei grandi obiettivi programmatici del Team per il futuro della nostra terra. La conoscenza delle lingue è una competenza davvero decisiva, una ricchezza straordinaria, una sfida che dobbiamo cogliere. È anche il primo, imprescindibile passo da una ‘semplice’ convivenza tra gruppi linguistici a una più vera comunità. In una terra in cui i dati disponibili sul bilinguismo effettivo della popolazione indicano dei regressi preoccupanti, senza che la politica intervenga davvero per dare una sterzata… E quindi: sì a una vera scuola bilingue! Noi chiediamo e ci impegniamo per un cambiamento strutturale: siamo dei liberali, vogliamo offrire un’opzione alle famiglie – sempre più numerose – che lo chiedono: accanto alla scuola italiana e tedesca è ora che ve ne sia anche una davvero bilingue, come accade nelle valli ladine. Lo chiedono i genitori preoccupati di garantire un futuro migliore ai propri figli, lo chiede il mondo economico che crea ricchezza e lavoro, lo chiede il buonsenso”.
Bolzano non è solo piazza Walther, naturalmente. I suoi quartieri, la loro vita, sono importanti. Ne hanno parlato Tommaso Marangoni, giovane social manager, e Horst Steinhauser, commerciante e artigiano. “I quartieri hanno tanto potenziale – ha detto Tommaso -. Quartieri vissuti sono anche quartieri sicuri. E per questo servono servizi e punti di interesse. Non è possibile che nascano interi nuovi quartieri come Firmian e Casanova e che si debba attendere anni prima di ricevere servizi e infrastrutture adeguate all’interno del quartiere. Della Bolzano “di una volta” dove a parere di alcuni “si stava meglio” faccio volentieri a meno, preferisco una città proiettata nel futuro e che affronta in maniera pragmatica i problemi legati alla sicurezza nelle periferie”.
Horst si è concentrato sul tema della difesa del commercio di vicinato. “Il commercio ha bisogno di quartieri vivaci e viceversa. Gestisco un negozio a Gries, conosciamo i problemi: i negozi sfitti ad esempio, che oltretutto generano sporcizia nei loro pressi; gli affitti altissimi, un ostacolo difficile da superare per i giovani che vorrebbero intraprendere questa strada professionale; molte strade e piazze vanno ripensate, per essere più attrattive, anche intervenendo sul traffico; le occasioni di attrazione per i turisti nei distretti dovrebbero essere distribuite e pubblicizzate meglio, in modo che di questo flusso possano beneficiarne tutti i quartieri”.
“Se volete veramente cambiare musica a Bolzano, il 20 e 21 settembre votate Team K” ha concluso Thomas Brancaglion.