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Stop all’obbligo di mascherine a scuola, ridiamo voce ai giovani
La pandemia e le necessarie misure di sicurezza hanno colpito in particolar modo la comunità scolastica. Da due anni a questa parte, bambini, ragazzi e docenti hanno dovuto confrontarsi con le rigide – ma necessarie – misure di sicurezza volte a garantire l’insegnamento in presenza. Dal primo maggio è caduto l’obbligo di indossare la mascherina al chiuso in quasi tutti i luoghi d’incontro, tranne che negli istituti scolastici. Su questo punto la Giunta provinciale segue le indicazioni decise a Roma. I consiglieri provinciali del Team K Alex Ploner e Franz Ploner chiedono che l’obbligo di indossare le mascherine nelle scuole altoatesine venga sospeso, perlomeno quando gli studenti sono seduti al loro banco.
“A furia di portare la mascherina i bambini hanno ormai dimenticato come si canta. Non appena le possono togliere, ricominciano a canticchiare e poi cantare con naturalezza: ecco cosa mi ha detto un insegnante di scuola elementare questa mattina. È ora di togliere le mascherine anche a scuola. Per ora da parte della Giunta provinciale e dai rappresentanti Svp a Roma sento solo parole, sforzi che non vanno oltre il confronto con il ministro Speranza. Ora l’unica cosa che conta per i bambini, gli insegnanti e i genitori è che si intervenga. E’ giunto il momento di prendere decisioni chiare e coraggiose e di un impegno serio da parte della Giunta provinciale affinché le mascherine a scuola vengano rimosse”, sostiene il consigliere provinciale Alex Ploner.
Conclude il dott. Franz Ploner: “Nel corso dell’ultima sessione di lavori del Consiglio provinciale abbiamo affrontato il tema del regolamento anti-Covid nelle scuole, sostenendo che una correzione di rotta fosse necessaria, a cominciare dalle regole per le quarantene. Le misure devono essere proporzionate alla mutata situazione epidemiologica e portare più benefici che problemi. E’ incomprensibile costringere giovani e insegnanti a indossare mascherine per ore e ore mentre altrove migliaia di persone fanno festa in un tunnel o siedono nei ristoranti privi di protezioni”.