Molte persone con disabilità anche in Alto Adige sono impiegate in aziende, nella pubblica amministrazione e nei laboratori delle strutture per le persone con disabilità. Il collocamento delle persone con disabilità nella nostra provincia è disciplinato dalla delibera della Giunta provinciale del 20 dicembre 2016, n. 1458, che prevede convenzioni individuali per i progetti di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro nonché un contributo della Provincia per la “retribuzione” degli interessati. Vi sono inoltre prescrizioni riguardo ai cosiddetti premi per le persone che collaborano ai vari progetti delle strutture diurne e occupazionali (laboratori).
Di conseguenza, queste persone non percepiscono uno stipendio commisurato alle loro prestazioni, e poiché non si tratta di un vero e proprio rapporto di lavoro, non vengono nemmeno versati i contributi. Nel linguaggio comune purtroppo, ma inevitabilmente, si parla ancora di “paghetta”. Uno stipendio è invece importante per condurre una vita autonoma, alla quale si ha diritto secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, e dimostrerebbe altresì l’apprezzamento e il rispetto per il lavoro di questi concittadini e concittadine. Verrebbero inoltre versati i contributi, garantendo così una maggiore autonomia di vita e una sicurezza aggiuntiva per la vecchiaia.
Soprattutto per i collaboratori e le collaboratrici delle strutture diurne e occupazionali (laboratori), i premi corrisposti rappresentano una paghetta con cui non si può vivere, e questo costituisce un problema anche dal punto di vista etico, se quanto prodotto viene poi rivenduto a prezzo di mercato mentre i collaboratori dal prezzo di vendita ricavano poco o niente. L’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità dovrebbe avere come obiettivo la garanzia di un reddito minimo per assicurare loro una vita con il massimo grado di indipendenza, ad esempio attraverso soluzioni abitative autonome.
Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale
- a prevedere che l’attuale indennità per le convenzioni individuali per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità sia una retribuzione legata alla prestazione nell’ambito di un adeguato rapporto lavorativo basato sul rispettivo contratto collettivo di settore;
- ad aumentare i premi (ovvero la “paghetta”) e ad adeguarli alle prestazioni rese, al fine di garantire un reddito minimo per i collaboratori e le collaboratrici delle strutture diurne e occupazionali (laboratori).