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Statuto di autonomia: no a un parere a scatola chiusa su un testo ambiguo
Il Team K esprime forte preoccupazione per l’orientamento emerso in sede regionale di voler approvare rapidamente il parere di competenza sulla proposta del Governo per la riforma dello Statuto di autonomia, senza prevedere un adeguato approfondimento nelle commissioni legislative competenti.
Si tratta di un passaggio cruciale per il futuro dell’autonomia delle Province di Trento e Bolzano, che non può essere affrontato con superficialità o fretta. Il testo presentato dal Governo presenta passaggi ambigui, che potrebbero portare a interpretazioni pericolose per l’autonomia speciale.
Tra le principali criticità evidenziate, vi è il rischio che la riforma venga letta come una piena attuazione della legge costituzionale n. 3 del 2001. Una tale interpretazione, come sottolineato da esperti autorevoli come il senatore Oskar Peterlini, farebbe decadere la cosiddetta clausola di maggior favore, con la conseguente perdita di importanti competenze oggi esercitate dalle Province autonome pur non essendo esplicitamente previste dallo Statuto: ad esempio in ambiti quali i rapporti con l’Unione Europea, la cooperazione internazionale, l’energia, le professioni, la ricerca, la previdenza complementare e altri settori.
Per questo motivo il capogruppo Paul Köllensperger ha già presentato richiesta al presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher e alla presidente della Terza Commissione Eleonora Angeli affinché, prima dell’espressione del parere, vengano convocate delle audizioni con esperti qualificati, a partire da Oskar Peterlini e il prof. Roberto Toniatti, con la possibilità per tutte le forze politiche di contribuire a integrare l’elenco dei soggetti da ascoltare.
È inaccettabile l’idea di approvare un parere a scatola chiusa su un tema che riguarda direttamente il cuore dell’autonomia regionale. Il percorso parlamentare della riforma sarà complesso e delicato, anche per le ambiguità che la proposta governativa porta con sé.
Il Consiglio regionale e i Consigli provinciali devono poter esprimere una valutazione informata e consapevole, in linea con la responsabilità storica che compete alle istituzioni di autogoverno. In materia di autonomia, fidarsi è bene, ma non fidarsi è doveroso.