Nel corso del convegno, i commenti degli esperti – tra cui Ferdinand Patscheider, il direttore sudtirolese della Scuola europea di Francoforte – hanno chiarito in modo inequivocabile come la didattica di questi istituti facciano progredire il plurilinguismo degli alunni, ma allo stesso tempo anche il rafforzamento della propria madrelingua.
“Le Scuole europee sono un esempio di come giovani di culture e lingue diverse possono imparare insieme in un campus scolastico, dalla scuola materna alla maturità europea. Le lingue insegnate a scuola diventano anche linguaggio quotidiano e colloquiale. A differenza della politica scolastica in Alto Adige, questo modello pedagogico pone i fattori unificanti al di sopra di quelli divisivi. In questa provincia, purtroppo, gli alunni sono ancora separati dalla lingua”, sostiene un preoccupato Alex Ploner.
L’intervento di Barbara Repetto ha sottolineato da quanto tempo si discute di cambiare il sistema educativo in Alto Adige. L’ex governatore Durnwalder aveva già visitato con lei le Scuole europee oltre dieci anni fa ed era intenzionato a mettere il suo peso politico per introdurle in Alto Adige. Purtroppo invano. L’idea di creare una Scuola europea non è mai decollata.
Ma la relazione più importante della giornata è stato quello tenuta dal direttore Gustav Tschenett, che ha sostenuto: “Tutto è pronto, soddisfiamo tutti i requisiti per una Scuola europea in Alto Adige e potremmo iniziare domani”.
Alla luce di queste parole, il Team K si chiede perché la mozione per introdurre la Scuola europea sia stata respinta dall’Svp e dalla Lega in Consiglio provinciale. Giuliano Vettorato, l’assessore responsabile per la scuola italiana, brillava per la sua assenza al convegno di Assoimprenditori. Peccato, gli esperti coinvolti gli avrebbero spiegato la differenza tra scuola europea e scuola europea riconosciuta. Proprio con l’argomento che non ci sono istituzioni europee in Alto Adige aveva giustificato la sua bocciatura della nostra mozione.
Il focus del convegno tenuto ieri è stato piuttosto chiaro: l’introduzione di una Scuola europea, o di una English School, come dice il mondo dell’imprenditoria, sarebbe molto opportuna.
Nel suo intervento, l’assessore Philipp Achammer si è espresso a favore di un bilinguismo o di un multilinguismo più ampio, ma ha anche dovuto ammettere apertamente che il nostro sistema educativo tiene sempre meno conto di questa esigenza. In qualità di assessore all’istruzione, spetta a lui stabilire finalmente la rotta, con spirito europeo.
“Avanti, cara Svp e mostra finalmente il coraggio di percorrere nuove strade nella politica dell’istruzione. L’apertura al plurilinguismo aiuta a rafforzare anche la propria madrelingua: le Scuole europee ce ne danno un ottimo esempio sin dalla fondazione della Comunità europea. Se l’Svp non ascolta ciò che gli esperti hanno da dire, le richieste di Assoimprenditori per una Scuola europea, i desideri dei genitori e degli alunni per un maggiore multilinguismo, allora nega ai nostri figli un’importante opportunità. L’immagine dell’Alto Adige come piccola Europa in Europa, a cui il Landeshauptmann è affezionato, si concretizzerebbe con una Scuola europea”, ha concluso Alex Ploner.