Cinque precise domande sullo scandalo che ha coinvolto l’Azienda sanitaria nella pandemia, alle quali il Team K, ma soprattutto le cittadine e i cittadini, attendono risposte chiare. Un dovere morale e politico a cui l’Svp e il presidente Arno Kompatscher non possono sottrarsi, alla luce delle rilevazioni contenute nel libro Das Geschäft mit der Angst dei giornalisti Christoph Franceschini e Artur Oberhofer. “In qualità di Commissario straordinario, il presidente era il responsabile ultimo di tutte le misure Covid-19 prese in Alto Adige nel corso della pandemia e queste ovviamente comprendono anche gli acquisti di dispositivi sanitari per decine di milioni di euro. Ma anche in quell’occasione Kompatscher si è mosso come fa sempre quando il gioco si fa duro, defilandosi e lasciando ad altri le responsabilità, esattamente come pochi giorni fa in Consiglio provinciale. Per questo motivo gli porremo cinque precise domande, alle quali il Landeshauptmann dovrebbe rispondere. E anche una mancata risposta è una risposta”, sostiene Paul Köllensperger.
Le cinque domande al presidente Arno Kompatscher
Signor Presidente e già Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Lei sapeva, al più tardi dal 27 marzo 2020, che i dispositivi sanitari di protezione per l’Azienda sanitaria ordinati e pagati tramite la società Oberalp Spa non avevano alcuna certificazione o ne avevano una insufficiente. Perché non è intervenuto e non ha dato istruzioni agli organi responsabili di annullare il primo ordine e di richiedere la restituzione di quanto già versato? Perché avete consentito un secondo ordine, malgrado la consapevolezza dell’inidoneità dei dispositivi acquistati?
Presidente, perché non ha parlato apertamente e pubblicamente dei problemi? Perché ha contribuito a coprirli e perché si è preoccupato di ottenere le certificazioni e non di evitare rischi per la salute del personale sanitario e dei pazienti?
Presidente, sono tre anni che questo scandalo va avanti. I vertici dell’Azienda sanitaria coinvolti – Florian Zerzer, Patrick Franzoni, Marc Kaufmann – sono ancora in carica. È noto che hanno fatto distribuire dispositivi di protezione inidonei negli ospedali e nelle case di riposo. In nessun’altra realtà un direttore generale sarebbe ancora in carica dopo simili incidenti e addirittura si parla di prolungare il mandato di Florian Zerzer. Ricordiamo che l’ex-direttore generale Thomas Schael è stato congedato per fatti molto meno gravi. Presidente, questo è quello che l’intero Alto Adige vuole sapere: perché i signori Zerzer, Franzoni e Kaufmann sono ancora al loro posto, pagati profumatamente con i soldi delle tasse dei contribuenti?
Presidente, l’8 aprile 2020, dopo il disastro che lei stesso ha ammesso esserci stato e dopo aver saputo che le cose stavano andando male, sulla base di quali controlli e rassicurazioni ricevute aveva dichiarato alla stampa che non c’era “bisogno di interventi da parte della Giunta provinciale in questo momento”? E dopo tutte le informazioni di cui lei e noi siamo oggi in possesso, non trova necessario che la Giunta provinciale ne tragga oggi le dovute conseguenze?
Presidente, in qualità di governatore e soprattutto di commissario straordinario per l’emergenza Covid, non era politicamente responsabile in ultima istanza di tutte le misure, comprese quelle per l’acquisto di attrezzature di protezione? Perché allora non si assume le relative responsabilità?
Paul Köllensperger
“Il libro mostra un inquietante spaccato del funzionamento del sistema Svp e di come le due correnti contrapposte del partito cerchino di farsi le scarpe a vicenda. Mostra anche che noi, il Team K, siamo stati l’unico vero partito di opposizione in Consiglio provinciale determinato a combattere questo sistema. Altre forze di opposizione sono rimaste in silenzio, altre (di colore blu…) hanno addirittura fatto comunella con la Giunta provinciale contro di noi. Ma andrebbe sottolineato anche il ruolo che l’ex-comandante dei Nas dei Carabinieri Davide Perasso ha avuto in questa vicenda, tanto da essere definito nel libro ‘unerbittlicher Jäger’ (‘cacciatore implacabile’, come si sente in un’intercettazione), che ha condotto le indagini con tenacia e perseveranza ammirevoli”.
Maria Elisabeth Rieder
“Le nostre valutazioni si basano sugli screenshot di messaggi Whatsapp, su email e conversazioni telefoniche intercettate. Fatti, non opinioni. Non siamo giudici, ma vogliamo risposte da chi ha messo a rischio la salute del personale sanitario di ospedali, case di riposo, strutture di assistenza; da chi aveva su di sé la responsabilità politica dell’emergenza e ha gestito centinaia di milioni di denaro dei contribuenti”.
Franz Ploner
“Il nuovo libro di Franceschini e Oberhofer porta all’attenzione dell’opinione pubblica ulteriori, inconfessabili retroscena del sistema Svp, dove la mancanza di trasparenza è la regola. Qualche esempio? Il presidente e quasi tutti gli altri assessori avevano declinato l’invito a testimoniare davanti alle commissione d’inchiesta in Consiglio provinciale; membri della Stella Alpina e alti funzionari dell’Azienda sanitaria cercavano di scalzarmi da presidente della commissione mentre aiutavo in ospedale a salvare vite umane come medico; nello stesso periodo l’ex-assessore Widmann, insieme ad Andreas Leiter Reber, cercavano di impedirmi di diventare presidente della commissione di inchiesta, con un intrigo trasversale probabilmente unico nel suo genere”.
Giuliana Dragogna
“La pubblicazione del libro apre importanti spunti di riflessione politica anche per noi candidate e candidati. In particolare ci sono due passaggi nel libro che lasciano molto perplessi e che aprono due questioni politiche su cui sarebbe necessario fare chiarezza:
la prima è collegata alla scelta intenzionale di non avvalersi del contributo logistico del corpo degli Alpini per lo stoccaggio e la distribuzione del materiale che doveva essere acquistato da Oberalp con la seconda fornitura. Nel libro emerge che la decisione sarebbe da ricondursi al presidente Arno Kompatscher, al vice presidente Arnold Schuler e all’assessore alla Sanità Thomas Widmann, per mere ragioni ‘propagandistiche’, ossia per salvaguardare l’immagine di efficienza del sistema sudtirolese guidato dall’Svp.
la seconda emerge dall’esame delle vicende contrattuali che hanno interessato la fornitura degli stessi materiali a favore di enti esteri (in Baviera) e che hanno reagito immediatamente, denunciando i vizi dei prodotti consegnati e pretendendo da Oberalp soluzioni risarcitorie che hanno poi ottenuto, anche nel rispetto dei loro lavoratori che venivano esposti al rischio di contagio. Perché in Alto Adige non è accaduto altrettanto?”
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