I media locali all’inizio dello scorso dicembre hanno riferito che il Consiglio comunale di Bressanone si era espresso a maggioranza per autorizzare un gruppo di imprenditori della zona industriale di Bressanone ad abbattere un bosco ripario previsto dal piano paesaggistico, loro assegnato per l’ampliamento della propria impresa. Come misura compensativa si sarebbe consentito di ampliare verso sud il biotopo di Prà Millan.
L’abbattimento di boschi ripari è proibito dall’articolo 17 della legge sulla tutela della natura – la legge provinciale 12 maggio 2010, n. 6 – e contravviene agli obiettivi di tutela del piano paesaggistico. Inoltre, con riferimento allo stesso bosco ripario, vi è un parere negativo dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima per quanto riguarda una variazione del piano urbanistico relativamente all’area di tutela dell’acqua potabile fintanto che il vincolo su detta area non viene rimosso. Ciò significa che il vincolo di tutela sull’area in questione potrà essere rimosso solo quando i nuovi pozzi previsti nella zona di Millan o altrove saranno entrati regolarmente in funzione.
In tutta Europa i boschi ripari sono considerati habitat da proteggere. Il bosco nella zona industriale di Bressanone, che il progetto CittàPaeseFiume individua come bosco ripario, è un prezioso rifugio per le specie animali e vegetali della zona industriale: funge da luogo di riproduzione per gli uccelli rari e ospita singolari alberi monumentali.
Nella pubblicazione dalla Provincia di Bolzano “Tipologie forestali dell’Alto Adige” del 2010 quest’area boschiva è catalogata come bosco ripario. Il Comune di Bressanone, che sostiene il progetto CittàPaeseFiume, all’atto di approvazione del progetto si è espresso in favore della conservazione degli habitat fluviali ancora esistenti e del bosco ripario, motivando questa scelta con il fatto che questo bosco ripario costituisce una delle poche zone di riproduzione dell’airone cenerino in Alto Adige e lungo l’Isarco ed è considerata l’habitat del picchio rosso minore, una specie rara in Alto Adige, inserita nella lista rossa delle specie minacciate.
Secondo le organizzazioni ambientaliste internazionali e nazionali, questo bosco ripario è di grande importanza come habitat per gli animali: esse sostengono infatti che un bosco ripario naturale con alberi monumentali, un diffuso strato arbustivo ed erbaceo e una particolarissima fauna come il coleottero gioiello e le numerose specie di uccelli nidificanti si può creare solo in un arco di tempo molto lungo ed è insostituibile.
Anche la “Gesellschaft für Biodiversität” (società per la biodiversità) chiede la conservazione del bosco ripario che, come i larici secolari della Val d’Ultimo, costituisce un’irrinunciabile testimonianza del passato. Le varie specie di uccelli con le relative zone di riproduzione e il coleottero gioiello necessitano di un bosco con alberi morenti, che non può essere ripristinato attraverso misure compensative.
Anche se lungo l’Isarco si sono individuate aree di compensazione per le misure di rinaturalizzazione, la distruzione di habitat preziosi per la flora e la fauna non potrà mai essere giustificata – soprattutto al giorno d’oggi, caratterizzato dalla distruzione dei boschi in seguito a catastrofi naturali.
Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale
- a impedire la distruzione di questo prezioso habitat per la flora e la fauna e, ai sensi dell’articolo 17 della legge provinciale 10 maggio 2010, n. 6, a conservare, proteggere e classificare come biotopo il bosco ripario;
- a sostenere la conservazione dei boschi ripari e degli habitat naturali preziosi nel rispetto della sostenibilità ecologica e della biodiversità;
- a puntare su misure compensative, che tuttavia non devono essere considerate un’alternativa a preziosi habitat esistenti;
- a scongiurare la distruzione di habitat preziosi proteggendo questa particolare area boschiva nella zona industriale di Bressanone.