Mercoledì le pensioni dei consiglieri saranno nuovamente in discussione in Consiglio regionale. Sarà un passaggio evidentemente delicato, perché come noto sono i consiglieri stessi a decidere sulle loro pensioni. Un disegno di legge della maggioranza prevede che in futuro i contributi siano gestiti dal Consiglio regionale, ma il risparmio per le casse pubbliche si tradurrebbe in una pensione raddoppiata rispetto all’attuale.
“Vogliamo fare chiarezza”, affermano i consiglieri del Team K. La verità è che questi maggiori entrate, come avanzato dal presentatore presidente Paccher (Lega), non comportano maggiori spese per il consiglio regionale, ma si ottengono grazie a una riduzione fiscale. Queste risorse però, alla fine saranno a carico del bilancio del Consiglio regionale, a sua volta finanziato dalle tasse versate dai cittadini, e parliamo di circa 11 milioni di euro.
“Anche tutti i lavoratori vorrebbero avere meno tasse e più reddito netto”, afferma Maria Elisabeth Rieder. Finora, i contributi pensionistici dei consiglieri sono stati convogliati in un fondo pensionistico integrativo, con la detrazione immediata delle imposte. Una soluzione destinata a finire: secondo la maggioranza che domani sosterrà questo disegno di legge, in futuro il denaro resterà alla Regione, il che significa che il pagamento delle tasse non avverrà più al momento del versamento. “I politici abbandonano alla prima occasione il sistema di pensione integrativa che hanno propagandato per anni” sostiene Maria Elisabeth Rieder.
“Cercheremo comunque di portare avanti alcuni miglioramenti”, afferma Paul Köllensperger. Tra questi, lo spostamento dell’età pensionabile a 67 anni, come avviene per la pensione di anzianità; e che le regole che verranno cambiate almeno si applichino solo dopo le prossime elezioni. In questo modo ci sarebbe ancora il tempo per risolvere definitivamente il problema, non permettendo ai consiglieri regionali di votare sui propri stipendi e sulle proprie pensioni. In questo senso, il Team K propone che queste decisioni siano esternalizzate. A Roma ad esempio, si pensa di gestire le pensioni dei politici attraverso l’INPS o un altro istituto previdenziale pubblico, secondo le loro regole. Una commissione esterna di esperti dovrebbe inoltre determinare in modo oggettivo un trattamento economico adeguato per i consiglieri. “Siamo stufi di dover parlare di questo problema, ci sono cose molto più importanti”, afferma il Team K.
Il Team K non vuole entrare in polemica, si tratta di una decisione di coscienza per ogni individuo. “Abbiamo riflettuto con attenzione e alla fine abbiamo deciso di rinunciare all’aumento delle nostre pensioni. Domani voteremo no”, afferma il capogruppo Paul Köllensperger. “In un momento in cui il Governo aumenta le pensioni minime di tre miseri euro, i politici locali non possono permettersi di raddoppiare le proprie”, conclude Maria Elisabeth Rieder.