47 progetti per complessivi 2.4 miliardi di euro, un fiume di denaro e di opportunità per il nostro territorio. “Anche in questo caso la Giunta si è mossa in solitaria, non solo senza coinvolgere minimamente il Consiglio Provinciale nelle scelte, ma senza neanche informarlo delle proposte in via di elaborazione. Una nuova mancanza di rispetto per il massimo organo democratico dell’Alto Adige”, attacca Paul Köllensperger. Le opposizioni hanno quindi presentato una mozione per garantire la doverosa trasparenza nonché il coinvolgimento del Consiglio provinciale nella ridefinizione e valutazione dei progetti.
È stato solo attraverso una mozione e a laboriose indagini e accessi atti che i consiglieri provinciali hanno potuto avere qualche informazione su quello che si preannuncia come un programma di investimenti di vitale importanza per il nostro territorio. E il quadro complessivo resta però ancora fumoso.
Tra luglio e agosto dell’anno scorso, tutti i dipartimenti e uffici della Provincia sono stati incaricati di presentare delle proposte, comprensive delle relative stime dei costi. Dalle iniziali 150 proposte circa, si è scesi a 45 (perché? Quali i criteri di scelta?), inviate poi a Roma alla metà di ottobre. Non è ancora molto chiaro secondo quale logica e da chi siano stati selezionati questi progetti, né se e – in caso affermativo – quale parte della somma concessa alla fine dovrà essere restituita come prestito.
In ogni caso, colpisce il fatto che la collezione di progetti manca di qualsiasi filo logico, una linea comune e di una visione per il futuro. Ricerca e sviluppo sono stati quasi dimenticati, la cultura completamente. Molte risorse sono investite in cemento. E mentre in Veneto si spendono 6 miliardi di euro, poco meno di un quarto del totale, per la “competitività”, il documento altoatesino si legge come un guazzabuglio di progetti senza alcuna coerenza, se non per il fatto che non sono affatto novità e che il loro finanziamento dovrebbe ora venire dai soldi dell’Ue invece che dal bilancio. A Roma il nuovo governo si è posto l’obiettivo di rilanciare il Recovery Fund. L’Alto Adige dovrebbe fare esattamente lo stesso, ma con il coinvolgimento del massimo organo democratico della Provincia. C’è ancora tempo fino alla fine di aprile per cercare di cogliere al meglio questa straordinaria occasione.