La legge provinciale n. 3/2020, al comma 1 dell’articolo 29 “Disposizioni a favore del personale incaricato dell’assistenza di ammalati COVID-19”, prevede quanto segue:
“Al personale incaricato dell’assistenza sia diretta che indiretta di persone affette da COVID-19 viene corrisposto, per l’anno 2020, un premio speciale o concesso un congedo straordinario speciale.”
Le categorie professionali interessate e l’ammontare del premio nonché la misura del congedo straordinario vengono stabiliti dalla Giunta provinciale. A copertura degli oneri sono stati stanziati a bilancio cinque milioni di euro per l’anno 2020.
Poiché tuttavia le categorie professionali che lavorano a diretto contatto con i pazienti COVID-19 non sono poche, si ritiene necessario definirle in modo preciso.
Personale medico, infermieristico, operatrici e operatori socio-sanitari, personale sanitario, addetti e addette alle pulizie e tutti i dipendenti e le dipendenti degli ospedali, sul territorio, delle case di riposo, delle strutture di lungodegenza e dei servizi sociali stanno facendo un lavoro straordinario. Insieme cercano di affrontare questa situazione di emergenza sanitaria e di renderla più sopportabile per i/le pazienti. Svolgono orari molto pesanti con un carico di lavoro per noi inimmaginabile. Lavorano in condizioni di enorme stress fisico e psicologico, sacrificano la loro vita privata e sono oltretutto esposti al rischio di infezione da coronavirus-CoV19, pur osservando le misure igieniche e di protezione personale. Non solo i dipendenti stessi, ma anche i loro familiari portano sulle loro spalle questo grande fardello insieme all’ansia latente nel loro subconscio. Essi meritano un riconoscimento anche di natura finanziaria. Si dovrà inoltre considerare la possibilità di aumentare gli stanziamenti previsti, eventualmente anche mediante spostamenti di fondi da altri capitoli di bilancio.
Oltre ai giorni di ferie aggiuntivi e alla remunerazione finanziaria, i dipendenti di queste strutture hanno bisogno di maggiore sostegno per affrontare al meglio lo stress fisico e psicologico che il loro lavoro comporta e per mantenersi in buona salute. Uno strumento idoneo a tale scopo è rappresentato dalla promozione della salute nei luoghi di lavoro (PSL), che andrebbe introdotta e istituzionalizzata non solo in tempi di coronavirus.
La “promozione della salute nei luoghi di lavoro” (PSL) comprende tutte le misure adottate congiuntamente dai datori di lavoro, dai lavoratori e dalla società per migliorare la salute e il benessere sul posto di lavoro. La promozione della salute nei luoghi di lavoro riguarda la dirigenza, la cultura aziendale, le competenze sociali, le condizioni di lavoro e le abitudini legate alla salute.
La promozione della salute nei luoghi di lavoro fa ormai parte delle moderne politiche aziendali, soprattutto nelle grandi imprese a livello mondiale. Gli studi dimostrano che il sovraccarico di lavoro danneggia la salute dei/delle dipendenti e che le assenze per malattia che ne derivano causano a loro volta costi elevati; infatti la qualità dell’ambiente e dei processi lavorativi incide in modo diretto sulla qualità del lavoro svolto e sul valore aggiunto che esso genera.
Accanto all’aspetto della sicurezza, la PSL sta assumendo un’importanza sempre maggiore, soprattutto nei settori in cui si lavora a contatto con le persone, come ad esempio nei servizi sanitari e sociali. Da un lato, si tratta di professioni particolarmente impegnative, e dall’altro la qualità del lavoro è di particolare importanza perché si ripercuote sulla qualità della nostra vita sociale. Oltre a ridurre al minimo le assenze per malattia, a incentivare l’impegno nelle relazioni interpersonali, a migliorare la qualità delle competenze professionali, ad accrescere la soddisfazione sul lavoro e la dedizione all’azienda, la promozione della salute dei/delle dipendenti in tutti i suoi aspetti ha effetti positivi che si riflettono nella sfera sociale e contribuiscono in maniera decisiva a rendere più umana la nostra società. Perché abbiamo più che mai bisogno di umanità nella nostra società, come ci mostra ogni giorno l’attuale crisi legata al Covid19. In questa situazione le strutture sanitarie e sociali assumono una particolare importanza per la società come spazi di risonanza per la salute umana. La salute e il benessere del personale sono fattori da non sottovalutare, anche in considerazione della carenza di personale infermieristico, affinché queste professioni recuperino attrattiva.
Dobbiamo quindi porci l’obiettivo di investire tempo e risorse nella promozione della salute, di proporre offerte e progetti e di mettere in pratica la promozione della salute nei luoghi di lavoro, adattandola alla situazione delle singole strutture sanitarie e assistenziali incluse quelle per le persone anziane. Offerte per i/le dipendenti volte a consentire a chi è sano di mantenersi in forma, a chi è di salute cagionevole di ristabilirsi e di recuperare il benessere fisico, mentale e spirituale, e infine volte ad assistere i/le dipendenti affetti da malattie sostenendoli nel processo di guarigione.
In alcuni ospedali dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ci sono già esempi di questo tipo che possono fungere da progetti pilota.
Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale
- a effettuare un’accurata rilevazione del personale direttamente o indirettamente coinvolto nella cura dei pazienti Covid e a tener conto, nell’assegnazione del premio o nella concessione del congedo straordinario, non solo del personale dell’Azienda sanitaria altoatesina (ospedali e territorio), ma anche del personale delle case di riposo e delle strutture di lungodegenza nonché dei servizi sociali;
- a sostenere l’introduzione di misure di promozione della salute sul luogo di lavoro presso l’Azienda sanitaria, le case di riposo e le strutture di lungodegenza;
- a mettere a disposizione personale e risorse finanziarie al fine di attivare la promozione della salute sul luogo di lavoro (PSL) presso l’Azienda sanitaria, le case di riposo e le strutture di lungodegenza.