Il governo Conte ha buone ragioni per rivedere la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi da parte del governo Monti, compresa l’apertura domenicale.
Da un lato, queste non hanno portato all’auspicata crescita economica e occupazionale perché lo shopping è solo rinviato. D’altro canto, hanno causato notevoli oneri aggiuntivi per i dipendenti commerciali e per le piccole e medie imprese commerciali.
Le grandi catene di vendita al dettaglio e i supermercati sono i principali beneficiari dell’apertura domenicale. Molti piccoli negozi sono a conduzione familiare. Per loro e i loro collaboratori l’apertura domenicale è molto stressante. Con la liberalizzazione degli orari di apertura, la domenica rischia sempre più spesso di diventare un puro evento di consumo nei centri commerciali, mentre si perde il piacere di una giornata senza acquisti per la famiglia e la comunità, la natura e la cultura.
Per trovare una soluzione che raccolga un ampio consenso con la popolazione, l’Italia dovrebbe prendere esempio dalla Svizzera. Gli orari di apertura dei negozi sono di competenza dei comuni e dei cantoni, in modo da poter tenere conto, per quanto possibile, delle condizioni locali. In Svizzera, i negozi sono generalmente chiusi la domenica, con poche eccezioni per le stazioni ferroviarie e i comuni ad alta presenza turistica. La maggior parte dei cantoni prevede un orario di apertura fino a sabato alle 18.00 al più tardi. In diversi cantoni, le iniziative popolari per prolungare gli orari di apertura sono state respinte dalla popolazione. L’Italia dovrebbe trasferire tale competenza alle regioni, quantomeno almeno alle regioni a statuto speciale.
Il Team Köllensperger si propone di dare maggiore autonomia e democrazia a questo settore. La provincia dovrebbe essere in grado di determinare gli orari di apertura in base alle esigenze e ai desideri degli altoatesini nell’ambito della competenza primaria in materia di commercio. Poi le preferenze della popolazione possono essere determinate attraverso gli strumenti esistenti per la democrazia diretta – petizioni per un referendum o iniziative popolari – e i cittadini potrebbero decidere autonomamente se la domenica debba rimanere un giorno di shopping a beneficio delle famiglie e dei lavoratori.