A differenza delle altre scienze naturali, la medicina e la psicologia si caratterizzano principalmente come “scienze della parola”, motivo per cui la lingua svolge un ruolo centrale nella comunicazione con i pazienti e i loro familiari. Dobbiamo essere consapevoli di questo fatto quando assumiamo personale medico e infermieristico che conosce una sola delle lingue ufficiali della nostra provincia. La comunicazione nella madrelingua dei pazienti è essenziale ed è richiesta in tutti i sistemi sanitari europei per l’assunzione di personale proveniente dall’estero; per raggiungere tale competenza, i datori di lavoro offrono corsi di lingua della durata di diversi mesi prima di destinare tale personale alla cura dei pazienti. Lo standard minimo richiesto deve prevedere la capacità di redigere referti e raccomandazioni terapeutiche per i pazienti in conformità alla prassi medica.
In molti Paesi europei, per l’iscrizione agli Ordini dei medici, è già richiesto un attestato di conoscenza della lingua locale di livello B2. Inoltre in un secondo momento gli ordini professionali richiedono un esame linguistico supplementare di livello C1 con riferimento al linguaggio specialistico medico (questo certificato di lingua C1 è da conseguirsi in un ambito specifico). Queste prescrizioni sono motivate dal fatto che la qualità delle prestazioni del sistema sanitario dipende in larga misura da una buona comunicazione con i pazienti e con l’équipe medica.
Nella nostra provincia le problematiche connesse all’apprendimento delle lingue sono al centro dell’attenzione a causa della mancanza di medici di base e specialisti, che rende necessaria l’assunzione di personale specializzato proveniente dal resto d’Italia o dall’estero e che conosce una sola delle lingue ufficiali della nostra provincia. Ciò richiede un approccio radicale all’apprendimento della lingua mancante attraverso corsi intensivi di lingua da frequentare nell’ambito dell’aggiornamento professionale o – meglio ancora – prima dell’inserimento nella routine lavorativa, ma già nel contesto di un rapporto di lavoro. Ovviamente ciò implica che vengano soddisfatte determinate condizioni, quali ad esempio una permanenza più lunga in servizio presso l’azienda.
A prescindere da questa situazione di emergenza in termini di personale medico e infermieristico, è necessario adempiere agli obblighi di legge previsti dallo Statuto di autonomia, che impone il bilinguismo (tedesco e italiano) ai laureati che lavorano in Alto Adige (esame di bilinguismo A corrispondente al livello C1) e garantisce ai pazienti il diritto alle cure nella loro lingua madre. L’idea di un approccio graduale all’apprendimento della lingua, con esami e corsi appositamente concepiti per il personale medico, sarebbe certamente utile per consentire ai colleghi di acquisire in tempi ragionevoli le necessarie competenze linguistiche. Le esperienze fatte all’estero dimostrano che i corsi di lingua pensati appositamente per i medici, tenuti da insegnanti di lingua competenti, consentono di acquisire conoscenze linguistiche di livello B2 in brevissimo tempo (tra i 4 e i 6 mesi). L’Azienda sanitaria dovrebbe valutare se non sia possibile acquisire più rapidamente le competenze linguistiche attraverso corsi intensivi interni
Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale
- ad obbligare il personale medico e infermieristico che non ha padronanza delle lingue ufficiali della nostra provincia a frequentare un corso di lingua a tempo pieno per i primi due mesi del rapporto di lavoro;
- ad impegnare il personale beneficiario di questa misura a rimanere in servizio presso l’Azienda sanitaria per almeno cinque anni, pena la restituzione dello stipendio percepito nei due mesi in questione;
- a modulare i corsi di lingua a tempo pieno in base alle esigenze del settore medico (corsi intensivi interni);
- a prevedere che i corsi di lingua a tempo pieno si concludano con un esame.