I dati – o meglio, quelli pubblicati all’estero, qui mancano… – indicano che le scuole non sono focolai di diffusione del virus. I giovani poi non sono una categoria a rischio, lo sono piuttosto i loro nonni, da cui in molti casi finiscono per andare in caso di chiusure delle scuole. Anche il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina descrive le scuole come un luogo sicuro, al momento. Si dovrebbe quindi fare ogni sforzo per mantenere gli studenti nelle classi, ma con la nuova ordinanza del presidente Kompatscher, la metà degli studenti delle scuole secondarie viene relegato in didattica a distanza. Questa misura è dovuta anche ai limiti di capacità del Trasporto pubblico locale e scolastico, che va potenziato per garantire standard di sicurezza adeguati. La Giunta provinciale deve urgentemente coinvolgere i privati, come ha già fatto ad esempio la Regione Emilia Romagna.
“Con la didattica a distanza, il lavoro nelle scuole e la vita delle famiglie vengono ancora una volta sconvolti. La didattica a distanza priva bambini e ragazzi di una parte fondamentale del loro diritto all’istruzione: l’insegnamento in presenza e la socialità a scuola”, dice il consigliere provinciale del Team K Alex Ploner.
Il Team K propone quindi di
- coinvolgere le compagnie di noleggio pullman e di trasporto degli studenti per aumentare l’offerta;
- stabilire orari di ingresso e di uscita scaglionati nelle scuole secondarie, tra le 7.50 e le 9.00 del mattino. Gli autobus aspettano vicino alla scuola;
- assegnare ad ogni studente un posto sul mezzo di trasporto sia al mattino che dopo l’orario scolastico;
- pianificare il ritorno della totalità degli alunni della scuola secondaria nelle classi;
- coinvolgere le società di autonoleggio per portare e riprendere gli alunni direttamente a scuola.
“Da quando la scuola è iniziata sei settimane fa, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna si è premurata di approvare un finanziamento supplementare di 21 milioni di euro per i servizi scolastici e questa settimana ha messo in strada 80 autobus di aziende private per il trasporto pubblico. E se questi non saranno sufficienti, si potranno noleggiare altri 40 autobus. In un momento così difficile, si tratterebbe oltretutto di varare una misura utile anche alla sopravvivenza delle aziende di autobus a noleggio in Alto Adige”, conclude Alex Ploner.