I portali Internet di affitto a breve termine a scopi turistici causano ricadute negative molto pesanti sui costi di acquisto e di affitto delle abitazioni in Alto Adige, che hanno ormai raggiunto livelli preoccupanti. Oggi il Consiglio provinciale ha approvato una mozione del Team K sul tema. Paul Köllensperger: “Oggi AirBnB ed altri portali simili sono diventati intermediari spesso usati da agenzie e professionisti, che in alcuni casi propongono decine e decine di appartamenti. Con l’effetto che in molti comuni della nostra provincia affittare o comprare casa – un bene primario – abbia costi proibitivi, si rischia l’esplodere delle tensioni sociali”.
Il successo di Airbnb e affini sta contraendo sempre più l’offerta di alloggi perché – come noto – da quando l’utilizzo di queste piattaforme è esplosa, un numero via via crescente di abitazioni è stata destinata all’affitto turistico di breve e brevissimo periodo, sottraendo la disponibilità di quegli spazi abitativi al mercato locale e causando quindi un’impennata dei costi. Per la popolazione si tratta di un problema enorme, aggravato da questo periodo di inflazione galoppante.
L’idea originaria, tipica della sharing economy digitale, di affittare stanze tra privati, ha tutta la nostra simpatia, ma oggi i portali di intermediazione degli affitti brevi sono dei colossi saldamente in mano a professionisti ed agenzie, con pesanti effetti negativi sui costi degli affitti residenziali. Quindi tali effetti vanno limitati, nell’interesse della popolazione residente, sulla falsariga di quanto già adottato in molte città turistiche europee (si vedano in tal senso i diversi esempi riportati all’interno della mozione sopralinkata). Infatti, se un singolo offerente – come è noto in un caso a Bolzano – dispone non di uno ma di ben ottanta appartamenti pubblicizzati sul web, non si tratta più di ospitalità di tipo individuale, evidentemente.
Occorre aggredire il problema da diversi punti di vista. “Innanzitutto vanno affrontati i nodi normativi – spiega Köllensperger – e per questo abbiamo impegnato la Giunta a chiarire in che misura sia possibile la formulazione concreta a livello provinciale o comunale di una normativa volta a introdurre un tetto massimo di giorni all’anno in cui un appartamento possa essere affittato turisticamente, ed analogamente un tetto massimo di immobili residenziali per soggetto che propone affitti turistici brevi”.
Chiariti questi aspetti legali, l’obiettivo fissato dalla mozione approvata prevede due concreti passaggi per intervenire efficacemente sul problema: “redigere, in stretta consultazione con il Consorzio dei Comuni, un regolamento-tipo per tutti i 116 Comuni dell’Alto Adige e a lasciare a ciascun Comune la possibilità di adeguare tale regolamento in base al contesto locale” (punto 4 della mozione); e “invitare i Comuni con esigenza abitativa, come definita nel recente emendamento 2021 alla legge provinciale n. 3 del 2014 in materia di imposta municipale immobiliare, ad inserire nei regolamenti edilizi comunali il concetto di “divieto di uso improprio di spazi residenziali”, prevedendo un limite massimo di giorni per immobile per la locazione a scopo turistico a breve termine” (punto 5).