Bocciati ieri di strettissima misura in Consiglio provinciale due ordini del giorno del Team K collegati al disegno di legge sulle grandi derivazioni. In particolare, Paul Köllensperger mirava ad ottenere vantaggi tangibili per famiglie e imprese, in termini di un alleggerimento di bollette energetiche troppo spesso diventate insostenibili. “La nuova legge è condivisibile in diversi punti, in particolare rispetto alla previsione di canoni di utilizzo delle infrastrutture di proprietà provinciale e ai vantaggi previsti per Provincia e comuni, ma ai cittadini, concretamente, cosa ne viene?” chiede Köllensperger.
Il paradosso è stridente: l’Alto Adige produce circa il doppio dell’energia elettrica che consuma, ma malgrado questo non riesce ad offrire ai suoi cittadini bollette più “leggere”. Il perché di questo stallo è noto: la nostra produzione elettrica deve sottostare al Prezzo unico nazionale fissato centralmente, purtroppo direttamente influenzato dai forti rincari dei combustibili fossili. “Margini di manovra per intervenire sulle bollette comunque ce ne sarebbero e andrebbero sfruttati – spiega Paul Köllensperger – considerando che i concessionari devono fornire annualmente alla Provincia 220 kilowattora per kilowatt di potenza nominale media concessa a titolo gratuito, destinati a servizi pubblici e ad alcune categorie di consumatori. Perché non incentivare nei bandi per le concessioni un aumento di questa quota, da reinvestire poi per sgravare le bollette? L’Alto Adige ha inoltre la competenza, fissata nello Statuto di autonomia, di legiferare sulle misure compensative per i comuni interessati, che possono anche essere di natura economica. Si potrebbe partire da qui, senza rischiare conflitti di competenza con lo Stato”.
Con la nuova legge, le compensazioni ambientali e il controvalore dell’elettricità da cedere sono aumentati in modo significativo e positivo è anche che i concessionari pagheranno finalmente anche un canone per le infrastrutture di proprietà della Provincia e un canone per l’utilizzo dell’acqua. Ma in definitiva, occorre ribadirlo, non ci sono vantaggi davvero tangibili per cittadini e imprese, che era l’obiettivo dell’ordine del giorno respinto. E neanche per le cooperative locali e le comunità energetiche che producono energia idroelettrica, realtà molto importanti sul territorio: un punto impegnativo dell’ordine del giorno mirava ad assegnare nelle gare un punteggio maggiore ai concorrenti che coinvolgono contrattualmente proprio una cooperativa che fornisce direttamente l’elettricità ai propri soci – punto incredibilmente respinto per un soffio (15 si verso 16 no) per il voto contrario di tutta la SVP.
L’altro ordine del giorno respinto riguardava i problemi creati dalle oscillazioni nella portata del rio Valsura, per l’ondata di piena che periodicamente esce dalla centrale di Lana, che con la sua produzione discontinua genera una forte oscillazione nella portata del rio, anche di oltre un metro (!) Creando rischio alle persone enormi danni alla fauna ittica del piccolo fiume. La proposta era quindi di realizzare un bypass fino all’Adige (un canale realizzato allo scopo, in sostanza), che avrebbe anche avuto il grande vantaggio di consentire un interessante aumento della produzione idroelettrica della centrale. “Si trattava di prendere due piccioni con una fava: unire la tutela del territorio a un aumento di produzione di elettricità generata da una fonte rinnovabile e che avrebbe consentito un ulteriore profitto – commenta Köllensperger -. Un’occasione persa, peccato”.