Mentre nel settore privato il trattamento di fine rapporto viene solitamente versato con l’ultimo stipendio, in quello pubblico bisogna aspettare. Sul finire dell’estate, il Team K ha presentato una mozione per prevedere che i dipendenti pubblici ricevano il Tfr in anticipo.
“E’ comprensibile che i ritardi nei versamenti abbiano causato indignazione tra i dipendenti pubblici. Le persone che lasciano il servizio alla fine della loro vita lavorativa si chiedono giustamente perché non ci pagano subito il Tfr?”, sostiene Maria Elisabeth Rieder. “Concretamente, ciò significa che un dipendente pubblico che interrompe il rapporto di lavoro o raggiunge l’anzianità di servizio deve attendere fino a 27 mesi per il pagamento dell’indennità di fine rapporto. Questo è irragionevole, perché dopotutto si tratta di denaro che spetta all’ormai ex-lavoratore”, spiega Maria Elisabeth Rieder.
E più tempo ancora devono attendere i dipendenti che vanno in pensione con quota 100, che devono aspettare fino al raggiungimento dell’età pensionabile e poi ancora ulteriori 27 mesi. Ad esempio, se una persona va in pensione all’età di 62 anni e ha 38 anni di servizio, dovrà attendere fino al raggiungimento dei 67 anni di età, più altri possibili 27 mesi, prima di vedersi accreditato il trattamento di fine rapporto.
Il decreto “Salva Italia 2011” ha notevolmente esteso i termini per il versamento del Tfr dei dipendenti pubblici in caso di dimissioni volontarie o pensionamento: fino, addirittura, a 27 mesi. La legge di stabilità del 2014 prevede inoltre che in caso di pensionamento per anzianità, la prima delle tre possibili rate del Tfr sia versata entro un anno. I cittadini ricevono l’indennità di fine rapporto in un’unica rata se l’importo non supera i 50mila euro. Il pagamento viene effettuato in due rate se l’importo dell’indennità di fine rapporto è compreso tra 50mila e 100mila euro e in tre rate se l’importo supera i 100mila euro.
Un esempio:
Pietro ha lavorato con soddisfazione e dedizione come infermiere in un ospedale dal 1976. Nell’aprile 2017 è andato in pensione dopo 42 anni di servizio. Pietro ha maturato sufficienti anni di lavoro per il pensionamento, ma non ha ancora raggiunto il limite di età e quindi deve aspettare ancora due anni per la sua liquidazione. Si è quindi ritirato il 1 aprile 2017 e ha ricevuto la prima rata del suo trattamento di fine rapporto il 27 maggio 2019: 50mila euro a cui vanno detratti 4mila euro di tasse.
Il Team K chiede quindi alla Giunta provinciale di anticipare il trattamento di fine rapporto a norma della delibera della n. 1705 del 17.05.2005 e dell’articolo 26 della LP n. 6 del 19.05.2015 e di fornire le risorse necessarie nel corrispondente capitolo di spesa per dar vita a un relativo fondo di rotazione (secondo il punto 2 della stessa delibera citata).
N.B.:
Articolo 26 comma 2 Legge provinciale n. 6 del 19.05.2015:
“Al personale della Provincia e degli enti da essa dipendenti o il cui ordinamento rientra nella competenza legislativa propria della Provincia può essere anticipato il trattamento di fine rapporto o di fine servizio comunque denominato, nei limiti della misura spettante ai sensi della vigente normativa provinciale. Tale anticipazione può includere, previo rilascio di regolare procura irrevocabile di incasso da parte del personale interessato, anche la quota, o parte di essa, di spettanza dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale”.