Garantire il diritto dei cittadini alla mobilità, la sostenibilità ambientale, condizioni di lavoro ottimali per i lavoratori. Siamo convinti che il modello di gestione in grado di centrare questi obiettivi e quindi coniugare efficienza e interesse collettivo, sia un Trasporto pubblico locale gestito direttamente dall’ente pubblico. Una possibilità espressamente prevista dalla normativa, europea e provinciale.
Il trasporto pubblico locale è un servizio essenziale per la cittadinanza che deve essere fornito a tariffe sostenibili ed è in larga misura finanziato con fondi pubblici. Le caratteristiche orografiche della provincia, con molte valli, spesso poco popolate, rendono il mercato locale complesso e poco attraente se non vi fosse il cospicuo finanziamento pubblico. Un’azienda privata segue naturalmente la logica del profitto, ma questo non dovrebbe valere per il trasporto pubblico, che è oltretutto un mercato in cui – considerando la normativa vigente, i contratti di servizio, le caratteristiche del business – le scelte gestionali sono piuttosto limitate. Gli eventuali utili vanno agli azionisti e nel caso di una gara europea vinta da un partecipante estero non restano nemmeno sul territorio. Le gare portano inevitabilmente ad avere un aggiudicatario che a seguito del ribasso offerto tenterà di recuperare qualcosa sui costi del servizio per ottenere comunque un profitto. E sempre che le concessioni non si impantanino nei tribunali a causa dei ricorsi intentati dai secondi classificati nella gara, come accaduto in molte regioni italiane.
Da molti anni sono i concessionari privati a gestire i servizi di trasporto pubblico extraurbano su gomma, in un regime di sostanziale monopolio. Nel vicino Trentino invece, una società in house – Trentino Trasporti – opera in modo giudicato molto positivo, anche attraverso subappalti ad aziende private.
Con l’approvazione della mozione, la Giunta provinciale è impegnata a predisporre un disegno di legge mirato alla nostra realtà locale e quindi che abbia tra i suoi obiettivi principali anche l’attenzione alla continuità dell’attività professionale delle aziende del settore. La normativa nazionale vigente impone alle società in house o alle aziende speciali che l’attività prevalente esercitata ovvero almeno l’80% del proprio fatturato sia realizzato nello svolgimento delle finalità sociali stabilite dai propri soci istituzionali. Nulla impedisce quindi che la stessa società in house coinvolga anche società private del settore nell’erogazione dei propri servizi.
Paul Köllensperger