La proposta di introdurre il taser presso la Polizia municipale di Bolzano – contenuta in due analoghe mozioni dei Gruppi consiliari di Oltre/Weiter e della Lega – è di quelle molto controverse e per questo da approfondire con particolare attenzione. La conclusione cui siamo giunti è che il Team K sosterrà la proposta, ma con alcune proposte di emendamento.
Il taser è un’arma che “gode” di una pessima fama, dovuta agli abusi che diverse forze di polizia in giro per il mondo ne hanno fatto nel corso degli anni e alle morti che ha causato. Senza giri di parole si può tranquillamente dire che c’è di che essere inorriditi. Perché quindi pensare di introdurlo tra i nostri vigili?
Andiamo con ordine. Nei giorni scorsi il sindaco Caramaschi ha parlato di mancate autorizzazioni del Governo all’utilizzo del taser, ma il nostro primo cittadino non è aggiornato: c’è l’ok sia da parte del ministero degli Interni che – ed è significativo – della Salute. E proprio gli aspetti sanitari sono una delle principali criticità del taser, considerato che sono potenzialmente mortali, in particolare per chi soffre di patologie cardiache o neurologiche. Il protocollo approvato dal ministero dopo la sperimentazione prevede che l’arma sia tarata per emettere scariche della durata massima di 5 secondi, poi il taser si stoppa automaticamente e per far ripartire un’eventuale seconda scarica è necessario premere un tasto e poi nuovamente il grilletto, imponendo quindi una pausa. I rischi per chi viene colpito vengono in definitiva ridotti al minimo, anche se è impossibile azzerarli completamente.
La prevenzione di abusi e il rispetto dei diritti civili, sono per noi di fondamentale importanza. Innanzitutto una premessa: in Italia non è consentito l’utilizzo del taser come “storditore”, quindi il premere a diretto contatto del corpo l’arma – cosa che ricorderebbe i tristi giorni delle dittature sudamericane – ma solo come arma in grado di sparare a una distanza di 5-6 metri due dardi che veicolano la corrente elettrica paralizzante. Va soprattutto sottolineato che l’arma registra le operazioni che compie in una memoria che non è possibile manomettere ed è inoltre possibile associarla a una body cam che si attiva automaticamente al momento dell’accensione dell’arma. Tutte prove valide in sede giudiziale, a tutela dei cittadini ma anche e spesso soprattutto degli agenti delle forze dell’ordine.
C’è poi un ulteriore aspetto molto importante, che è la funzione di deterrente svolta dal taser. In fase di sperimentazione è emerso che un’alta percentuale di interventi si sono risolti senza dover ricorrere alla forza, solo grazie al timore del taser acceso, che genera un inquietante arco voltaico accompagnato da un rumore di sfrigolamento tipico dell’energia elettrica.
Il taser dovrebbe essere la via di mezzo tra il semplice manganello e la ben più pericolosa pistola (un proiettile ha molte probabilità di ferire o uccidere, sia il soggetto in questione che magari un ignaro passante). Oggettivamente ci sono delle situazioni in cui il taser può essere la soluzione migliore, ossia quando le forze dell’ordine si ritrovano a dover operare a contatto con individui pericolosi, violenti, non collaborativi. L’incolumità delle forze dell’ordine è certamente prioritario, ma sempre accompagnata al rispetto dei diritti civili ovviamente. La condivisibile repulsione per l’uso delle armi va bilanciata mettendosi nei panni di un membro delle forze dell’ordine, chiamato ad interventi magari delicati con persone fuori controllo.
Per questi motivi ci accodiamo – tutt’altro che a cuor leggero – alla richiesta di introdurre i taser avanzata anche dal nuovo comandante dei Vigili Fabrizio Piras, ma ponendo alcuni paletti, contenuti in alcuni emendamenti alle mozioni in oggetto. Innanzitutto, essendo questo un tema molto sensibile, ci aspettiamo che il comandante stesso approfondisca il tema in tutti i suoi aspetti e che quindi relazioni il Consiglio comunale in modo esaustivo. Vi sia una attenta formazione del personale che avrà in dotazione l’arma. È poi imprescindibile l’uso dell’opzione della body cam collegata al taser, in modo che sia sempre documentato l’uso che se ne fa e infine, sempre a cura del comandante dei Vigili, il dovrà essere redatto un report annuale per il Consiglio comunale sull’uso fatto dei taser nell’anno solare.
In definitiva dobbiamo decidere se dare priorità all’incolumità delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, oppure temere in una città come Bolzano, salda nei suoi valori democratici, improbabili derive autoritarie in seno ai nostri vigili urbani.
Thomas Brancaglion e Matthias Cologna
Consiglieri comunali di Bolzano
Paul Köllensperger
Consigliere provinciale