Mentre le famiglie cominciano ad avere difficoltà a pagare gli affitti e le aziende, soprattutto nei settori più colpiti, si trovano visibilmente in difficoltà, la Giunta provinciale continua a tenere infinite conferenze stampa in cui, tuttavia, non è stato ancora presentato alcun passo concreto, nessuna misura efficace attuata.
Oggi il presidente e tre assessori provinciali hanno presentato il pacchetto di misure di sostegno ampiamente annunciato per l’economia e le famiglie dell’Alto Adige colpite dalla crisi scaturita dall’epidemia di coronavirus. Ma chi aveva sperato in misure concrete con scadenze di pagamento vincolanti è rimasto deluso. Ancora una volta, siamo fermi agli annunci. “Negozieremo”, “dobbiamo ancora fare i conti”, “mancano solo le firme delle banche”, “nei prossimi giorni”: questi i giri di parole usati per rimandare ancora una volta gli impegni.
Si cerca costantemente l’esposizione mediatica, anche senza concreti progressi. Non è stata discussa una sola misura in un linguaggio semplice e diretto, né sono state fissate scadenze vincolanti. La Giunta provinciale forse non si accorge che in troppi stanno lentamente esaurendo il tempo a disposizione.
Ciò che si può già dire, tuttavia, è che gli aiuti diretti non costituiranno la maggior parte del sostegno e dipenderanno da condizioni che al momento non sono ancora note. Piuttosto, l’assessore all’Economia Achammer sembra voler puntare su un ulteriore indebitamento delle aziende e delle famiglie. Si parla di prestiti quasi gratuiti e di credito alle famiglie. Cosa si nasconde dietro non è dato sapere.
Anche gli accordi con le banche sui finanziamenti e la relativa concessione di garanzie da parte della Provincia attraverso le cooperative di garanzia pare non siano ancora stati sottoscritti.
Non si fa menzione di dove possono essere presentate le domande, chi le esaminerà e in quale forma, né tanto meno quando si possono prevedere i primi pagamenti.
La ciliegina sulla torta: ai dipendenti o ai lavoratori è permesso di contrarre prestiti per ricevere il loro stipendio. I lavoratori e gli impiegati che sono stati messi in cassa integrazione saranno lieti di sapere che, a quanto pare, sono stati creati a loro nome crediti di conto corrente, in modo che le banche possano prefinanziare gli stipendi dovuti. Altri debiti, allora? Perché i dipendenti o i lavoratori devono contrarre prestiti per ottenere i loro stipendi? Perché non possono semplicemente trasferire i loro crediti su questi stipendi alle banche e poi saldare il pagamento con gli enti bilaterali?
Viviamo in una provincia autonoma che ora può dimostrare di sapersi gestire da sola. Quando, se non ora, il governo provinciale potrà dimostrare che l’Alto Adige è in grado di offrire ai suoi cittadini più di quanto il Governo centrale abbia finora deciso di fornire in termini di (miseri) aiuti.
Basta uno sguardo a nord: in Baviera, che ha un ritardo nella diffusione del virus di circa 14 giorni rispetto all’Alto Adige, i pagamenti sono già stati effettuati da alcuni giorni. E questo sulla base di un modulo di domanda lungo solo due pagine! Idem in Svizzera: 1/3 dei 20 miliardi di franchi svizzeri promessi dal governo, principalmente sotto forma di garanzie statali, è già stato versato agli aventi diritto tramite le banche popolari. In Alto Adige, invece, la Giunta non è nemmeno riuscita ad approvare una delibera o a mettere in piedi un relativo disegno di legge. Se aspettiamo ancora, sarà troppo tardi per molti.
Inoltre, vorremmo raccomandare ai competenti assessori provinciali di utilizzare meglio le due ore delle conferenze stampa per creare finalmente le condizioni affinché il denaro finisca al più presto nelle tasche delle famiglie e nelle casse delle imprese. La prossima conferenza stampa su questo argomento dovrà tenersi solo quando ci saranno risultati concreti da presentare, non annunci. Non abbiamo più tempo.
Cari assessori Schuler, Achammer e Deeg (la Lega è apparentemente scomparsa): il tempo degli annunci è finito. A quando le misure concrete su cui gli altoatesini potranno contare? La nostra economia, i tanti volontari e operatori culturali e artistici, le famiglie dell’Alto Adige hanno bisogno di misure concrete, con importi precisi e con scadenze vincolanti per il loro pagamento. Abbiamo bisogno di misure semplici e non burocratiche che devono essere annunciate non appena pronte e non quando sono ancora in divenire! Organizzate conferenze stampa quando avete misure concrete e un calendario operativo da presentare!
Quello che gli altoatesini vogliono sapere ora è:
- chi viene aiutato esattamente?
- come viene fornito concretamente l’aiuto?
- a quanto ammontano esattamente gli importi degli aiuti economici?
- fino a quando verranno forniti gli aiuti economici e quando verranno versati?
- quali documenti devono essere presentati per la richiesta di aiuto e presso quale ufficio/ente?
Già tre settimane fa, il 10 marzo, avevamo elaborato una proposta in 8 punti per sostenere l’economia altoatesina duramente colpita. Il Team K rinnova la sua richiesta di convocare urgentemente una seduta del Consiglio provinciale (ovviamente nel rispetto delle norme di sicurezza), anche solo per costringere il governo provinciale a fornire finalmente i relativi atti politici collegati ai suoi annunci.