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Indennità esentasse della Giunta provinciale, respinta la mozione del Team K
Il Team K ha portato in Consiglio provinciale la questione delle indennità esentasse. Oltre al loro stipendio da consiglieri provinciali, gli assessori e componenti dell’ufficio di presidenza ricevono un’indennità fino a 4.600 euro al mese – netti – esentasse, proprio perché questa indennità è definita come un rimborso spese, anche se – de facto – è un elemento dell’indennità stessa. Il Team K ha presentato una mozione per tassare questa quota di indennità, ma senza successo: la maggioranza evidentemente non vuole rinunciare a questo privilegio.
La questione posta nella mozione non riguarda la misura in cui i politici devono essere pagati per il loro lavoro, un tema molto sentito dall’opinione pubblica, ma una tassazione complessiva degli stipendi. “Gli assessori provinciali devono guadagnare più di un consigliere naturalmente e devono guadagnare bene – sostiene Paul Köllensperger – perché abbiamo bisogno di persone di spessore in politica”. “Pagarli in base alle prestazioni sarebbe ancora meglio, ma questo è un altro discorso”, sorride Köllensperger. “Hanno cercato di farsi belli agli occhi dell’opinione pubblica fingendo un taglio degli stipendi, mentre in realtà gli stipendi netti sono rimasti gli stessi” commentano all’unisono i consiglieri del Team K.
Sono proprio questi vantaggi ingiustificati che i politici non dovrebbero più permettersi. Una Giunta provinciale che tramite una legge scritta da lei stessa percepisce una parte dello stipendio esentasse è disonesta agli occhi dei contribuenti. Più netto dal lordo, è quello che ogni dipendente o libero professionista vorrebbe. Ma in Alto Adige questo accade solo per i vertici della politica provinciale.
In tempi di forte disincanto nei confronti della politica, le indennità forfettarie esentasse, gli adeguamenti automatici degli stipendi e il rimborso delle spese di viaggio (per alcuni consiglieri parliamo di cifre da capogiro) sono inaccettabili e contribuiscono alla perdita di fiducia dei cittadini nella politica. La vicina provincia di Trento dimostra che le alternative ci sono. Lì, i politici si sono adattati alla riduzione degli stipendi richiesta dal decreto Monti del 2012 e hanno ridotto gli stipendi della Giunta provinciale, oltre a sottoporre la maggior parte delle voci del proprio stipendio alla tassazione ordinaria.