Sembra un caso di rimpallo tra amministrazioni poco interessate ad entrare nel merito di un caso che invece richiederebbe attenzione e cure particolari. Più che messi a rischio, i resti dell’antica chiesa dedicata a S. Maria Maddalena a Vadena appaiono purtroppo ignorati.
In sintesi la vicenda è questa: la frazione Birti soffre da tempo per la carenza di posti auto, da cui la recente realizzazione su verde agricolo di un piazzale che funge da parcheggio provvisorio, in attesa di realizzare una piazza con un parcheggio sotterraneo definitivo. Ma c’è un però: sul sito in questione sorge una torre campanaria antica di oltre otto secoli, ai cui piedi si trovano interrati i resti della chiesa di S. Maria Maddalena e, con tutta probabilità, anche del vecchio cimitero. A questo punto, buonsenso imporrebbe che fossero prese tutte le necessarie precauzioni innanzitutto per capire con precisione la situazione e poi, eventualmente, per tutelare e valorizzare gli antichi reperti presenti nel sottosuolo. Ma indagini archeologiche e in particolare stratigrafiche non risultano essere state eseguite, come peraltro confermato nella risposta a un’interrogazione che abbiamo rivolto all’assessora Hochgruber Kuenzer per capire se e quali autorizzazioni erano state rilasciate relativamente agli scavi effettuati.
In sostanza, dall’interrogazione emerge che l’ufficio Beni archeologici della Provincia ha rilasciato al Comune di Vadena un’autorizzazione per uno scavo di profondità non superiore ai 40 cm. Questo limite sarebbe sufficiente a non compromettere le antiche strutture archeologiche situate più in profondità. E qui ritorna l’appello al buonsenso. Pare infatti plausibile chiedersi come abbia fatto il Comune di Vadena ad incaricare un architetto per redigere uno studio di fattibilità che preveda la realizzazione di una piazza con relativo parcheggio sotterraneo, senza fornire allo stesso professionista la posizione dettagliata delle antiche mura e del cimitero.
Inoltre, da vari articoli pubblicati sulla stampa quotidiana, apprendiamo che la stessa amministrazione comunale ha:
- acquisito i terreni del parcheggio provvisorio in piena difformità urbanistica rispetto al piano di recupero in vigore;
- acquistato un’area necessaria alla realizzazione della piazza, notevolmente inferiore rispetto a quanto precedentemente previsto e autorizzato dalla commissione edilizia e dagli uffici provinciali competenti, nel periodo della passata amministrazione;
- deciso di non approvare la variazione al piano di recupero in vigore, anch’esso completamente predisposto dalla passata amministrazione.
La confusione imperversa insomma, ma occorre fare chiarezza e dare risposte concrete alle oltre 200 persone che da anni aspettano la riqualificazione della zona che attualmente versa in condizioni deplorevoli. L’intera frazione, se opportunamente riqualificata, potrebbe diventare un vero gioiello, mettendo in risalto l’antica torre campanaria e creando un’area residenziale di tutto rispetto. Come Team K continueremo, pertanto, a monitorare lo sviluppo della vicenda relativamente al comportamento degli uffici provinciali competenti e contestualmente auspichiamo una presa di posizione sul tema anche da parte delle associazioni preposte alla tutela del patrimonio storico e culturale.