Da quindici anni il Giardino vescovile è affittato al Comune di Bressanone dalla diocesi di Bolzano/Bressanone. Il Comune ha pagato forti somme, con pochi vantaggi davvero concreti per i cittadini. Nonostante le promesse, la tempistica per la realizzazione del controverso progetto di riqualificazione dell’artista André Heller prevede ora un’ulteriore posticipazione. I costi per la bonifica del terreno, finanziata con fondi pubblici e necessaria a causa dell’uso agricolo del terreno da parte della Chiesa, lasciano davvero perplessi.
“Appoggiamo l’Iniziativa per un Giardino vescovile aperto e chiediamo che venga applicato il principio ‘chi inquina paga’. Perché la mano pubblica deve pagare per i problemi causati dalla gestione dell’Hofburggarten da parte della Chiesa?”, chiede Sabine Mahlknecht, candidata del Team K a sindaco di Bressanone. Il consigliere provinciale Franz Ploner è sulla stessa linea: “I costi previsti per la riprogettazione del Giardino vescovile devono essere realistici: i 12 milioni di euro attualmente stimati cresceranno sicuramente e sono già inaccettabilmente alti. Gli abitanti di Bressanone vogliono un’area ricreativa locale e non un giardino per eventi a pagamento per i turisti”.
Ancora una volta il calendario di attività previsto per la riprogettazione dell’Hofburggarten non è stato rispettato. In particolare, la bonifica del terreno contaminato e i costi amministrativi per commissionare a un artista straniero un progetto da svariati milioni di euro sembrano trascinare l’intero processo di riprogettazione del Giardino vescovile con esiti incerti.