La Giunta provinciale ha davvero il controllo della situazione? Dai test di massa a quelli con i cani, dai ritardi del potenziamento del trasporto scolastico al piano vaccinale che latita, fino alla pessima comunicazione con Roma sulla vicenda dei dati. E’ passato quasi un anno da quando la pandemia è iniziata, ma il crisis management della Giunta provinciale resta caotico. Infine, ieri è arrivata l’ultima mazzata per il settore della ristorazione: si chiude tutto, pur ammettendo che non servirà a far scendere i contagi. Ma i ristori e le misure di aiuto dove sono?
“Per mesi c’è stato un tira e molla, senza una linea chiara. La settimana scorsa ci è stato detto dalla Giunta che avevano una strategia, valori limite chiari, una situazione stabile negli ospedali. Senza ulteriori peggioramenti, la ‘via altoatesina’ sarebbe andata avanti. Oggi, senza che nulla sia cambiato, la doccia fredda, con la ristorazione che deve chiudere. Cittadini e imprese mancano di indicazioni davvero comprensibili. Non può essere che si impongono chiusure senza prevedere contestualmente misure di sostegno”, sostiene il capogruppo Paul Köllensperger. Quali aiuti sono state promessi da Roma? Quando arrivano? E le misure provinciali? Il Team K ha già criticato più volte il “caos dei colori” e l’approccio poco chiaro alle misure.
Una delle dichiarazioni del governo provinciale è stata che l’Alto Adige fa molti test ed è quindi svantaggiato perché trovano solo più positivi. “Questa affermazione non corrisponde al vero”, ha detto il dott. Franz Ploner, medico e esperto in sanità del Team K. “L’assessore alla sanità descrive i numeri come gli torna più comodo. Non sono i numeri assoluti a contare, bensì la progressione dei tassi di positività e i numeri di incidenza – che vengono raccolti statisticamente su 100.000 persone. Quindi testare di più non è una ragione per i cattivi numeri. E purtroppo i numeri nella nostra provincia sono spaventosi”. Franz Ploner chiede da settimane che i test antigenici positivi siano testati nuovamente con il test PCR. Da una parte verrebbero così confermati i test positivi, dall’altra si potrebbero correggere tanti falsi positivi e quindi toglierli dalle statistiche. Franz Ploner sottolinea anche la necessità di riportare sotto controllo il contact tracing.
La recente chiusura del settore della ristorazione non colpirà solo le imprese, ma anche i e le dipendenti. “Il continuo cambiamento tra cassa integrazione e lavoro normale spinge i lavoratori e le lavoratrici in una situazione molto precaria, senza più alcuna prospettiva. Pochi hanno diritto agli aiuti Covid provinciali, anche se si parla sempre di aggiustamenti dei criteri. Tutto questo alla lunga può dare alla testa“, afferma Maria Elisabeth Rieder.
L’incertezza si riflette anche nell’ambito scolastico. Alex Ploner riferisce di genitori e insegnanti che temono di trovarsi presto di nuovo ad affrontare la didattica a distanza. Gli studenti delle scuole superiori continuano a frequentare le lezioni frontali a rotazione e in alcuni casi solo per il 50% del tempo. Il numero di assenze ingiustificate è in aumento, secondo gli insegnanti. “Il trasporto degli alunni continua ad essere una preoccupazione particolare. Anche se c’è stato un aumento, l’assegnazione degli autobus non funziona. I mezzi di trasporto troppo pieni favoriscono i contagi“, dice Alex Ploner.
Inoltre l’arte e la cultura sono completamente scomparse in Alto Adige. Gli operatori culturali aspettano da mesi una prospettiva e un ulteriore sostegno finanziario.
I continui cambi di direzione della Giunta provinciale colpiscono in modo speciale le zone di confine. Peter Faistnauer segnala, tra l’altro, la situazione degli imprenditori al Brennero, dove diverse imprese hanno già dovuto chiudere.
Ancora una volta, le decisioni sono state prese nelle stanze della Giunta senza coinvolgere il Consiglio provinciale. Il risultato di questi continui cambi di direzione è che l’accettazione di queste misure da parte della popolazione sta crollando, per non parlare degli imprenditori. Il conto per la guerra tutta interna al partito di raccolta – Kompatscher contro Widmann, ala economica contro Arbeitnehmer – lo paga tutta la provincia, in questo caso la ristorazione.
I consiglieri provinciali del Team K criticano fortemente la gestione della crisi da parte della Giunta provinciale. La chiusura della ristorazione dimostra ancora una volta che non esiste una direzione chiara da seguire. Come si può mettere in croce un intero settore senza una provata evidenza di diffusione del contagio? Le decisioni sono basate su dati solidi? Se è così, bisogna essere in grado di fornire questi dati per giustificare una decisione. O i dati sono sbagliati? In entrambi i casi si tratta di uno scandalo. In una terra “normale” si sarebbero tratte già da tempo conseguenze di natura personale, sia all’interno della Giunta provinciale che dell’Azienda sanitaria.
Il fatto che questo non accada mai è la vera “via altoatesina”.