La discussione in Consiglio provinciale di un ordine del giorno sul tema ha rinnovato il dibattito sulla drammatica morte sotto un viadotto a Bolzano Sud del diciannovenne egiziano. “Quando un ragazzo muore per strada in una notte gelida, non si può stare a discutere di competenze o di processi burocratici, è necessario agire e farlo subito. La Giunta provinciale dovrebbe prendere atto che il Comune di Bolzano non è in grado di gestire un problema che va al di là delle sue competenze – affermano i consiglieri comunali Thomas Brancaglion e Matthias Cologna – e lo diciamo senza considerare il fondamentale aiuto dato dalle associazioni e dai tanti volontari che ogni giorno si prodigano in aiuto degli ultimi e a cui non possiamo che rivolgere il nostro più sentito ringraziamento. Ma con i grazie non si risolve nulla”.
I comuni hanno la responsabilità dei senzatetto per così dire “locali”, ma non sono e neanche dovrebbero essere attrezzati per gestire i fenomeni migratori. Chiusi i Cas, chiusi gli Sprar – con scelte politiche sbagliatissime – e con l’aumento degli arrivi, tanti migranti non riescono ad accedere ad un’accoglienza dignitosa e ancora peggio chi avrebbe diritto a vedersi riconosciuta la richiesta di asilo e la relativa protezione umanitaria si ritrova in code chilometriche e spesso inconcludenti davanti alla Questura e ai punti messi a disposizione dai servizi sociali. È una situazione inaccettabile.
Se ancora non fosse chiaro, sulla gestione dei rifugiati e dei richiedenti asilo la delega è in capo alla Provincia, che da anni offre consapevolmente un “servizio al ribasso”, arrivando a rinunciare a fondi europei e nazionali per mantenere un pieno controllo sul sistema di accoglienza, con l’obiettivo di allontanare quanto più le persone rendendo loro la vita difficile.
Il sistema implementato dalla Provincia produce in sostanza senzatetto e sacche di disagio sociale, che in maggioranza si riversano su Bolzano. Le persone sono accolte in centri finché sono in attesa di un permesso di soggiorno, il giorno che lo ricevono vengono fatti uscire dal sistema e nessuno più se ne occupa. Delle 170 persone in lista di attesa per l’emergenza freddo a Bolzano 150 hanno un permesso di soggiorno valido e in gran parte anche un lavoro! E sappiamo benissimo che in molti comparti economici si stenta a trovare manodopera, i già occupati sono lavoratori di cui il nostro sistema produttivo ha bisogno.
Sono stati chiusi molti dei centri di accoglienza periferici (quelli piccoli, che funzionavano, che favorivano l’integrazione reciproca e che permettevano di evitare di concentrare il problema nel solo capoluogo) con la motivazione che “non ci sono più utenti”. Questo accade per un mero motivo burocratico: in sostanza chi ottiene il permesso di soggiorno non è più un profugo da accogliere e così assistiamo al paradosso di avere a disposizione molti posti liberi in strutture inutilizzate.
Questo sistema ha evidentemente fallito, non è questo il modello di società che vogliamo, la nostra cultura e i nostri valori ci impongono scelte differenti e la società non può sopportare ulteriormente le conseguenze di scelte politiche errate Svp, titolare degli assessorati al sociale imputati, e Lega in maggioranza, sono responsabili di questo fallimento: le rappresentanze cittadine sanno a chi rivolgere le proprie rimostranze.