Sehr geehrte Frau Präsidentin,
Werte Kolleginnen und Kollegen,
Herr Bürgermeister,
Mit großer Sorgfalt haben wir ihren programmatischen Bericht für die nächste Amtszeit und die von ihnen vorgeschlagene Zusammensetzung des Stadtrates analysiert, intern diskutiert und mit unserem Programm verglichen.
Unsere Wortmeldung gliedert sich in zwei Teile: erstens einige politische Überlegungen zur Zusammensetzung des von ihnen vorgeschlagenen Stadtrates und zweitens wird sich Kollege Brancaglion einigen Punkten, aus denen sich ihr Programm zusammensetzt, widmen.
Die Boznerinnen und Bozner haben bei den letzten Wahlen, einerseits wegen der politischen Polarisierung und andererseits wegen der großen Unsicherheit, die die jetzige Pandemie mit sich bringt, die alte -und wahrscheinlich neue- Regierungskoalition im Namen der Kontinuität bestätigt. Politische Kontinuität bedeutet jedoch nicht, dass alles gleichbleiben soll.
In Zeiten wie diesen, ist umso mehr auf politischen Spielchen und Machenschaften zu verzichten, im Sinne einer auf Kompetenz und Vision basierten Politik. Dies verlangt aber nach mutigen und innovativen Entscheidungen.
Die von ihnen vorgeschlagene Stadtregierung wiederholt aber, im Namen dieser Kontinuität, die gleichen Mechanismen und Machtverhältnisse vergangener Amtsperioden. Der offenkundigste Fall ist das Urbanistikassessorat. Dieses wird nicht dem kompetentesten unter den von ihnen vorgeschlagenen Namen zugeteilt, sondern einem Vertreter eines ganz spezifischen Flügels innerhalb der SVP, der, obwohl er nur 4% des Südtiroler Bruttoinlandsprodukts ausmacht, jetzt weiterhin die Stadtplanung für alle Wirtschaftszweige und Bevölkerungsgruppen übernimmt.
Ob das im Sinne einer gesamtheitlichen, allen Stadtvierteln gleichzugute kommenden Stadtentwicklung steht, lassen wir mal dahin gestellt.
Wir stehen deshalb Stefano Fattor menschlich nahe, haben wir ja selber die Vetos der SVP erfahren, die sie, Herr Bürgermeister, sehr schnell akzeptiert haben. Mit dem Ergebnis, dass eine progressive und innovative Kraft wie das Team K, von ihnen und ihrer Koalition in die Opposition gedrängt wurde, anstatt zusammen an einer neuen politischen Vision für die Stadt zu arbeiten.
Einer Vision, in der nicht mehr nur eine Partei auch die deutschsprachige Bevölkerung vertreten „darf“, eine Vision, in den man Frauen nicht nur im Wahlkampf unterstützt, sondern ihnen über die notwendigen Quoten hinaus auch gewichtigen Platz im Stadtrat gibt, und in der die Besetzung des Präsidenten und Vizepräsidenten des Gemeinderates der Opposition im Sinne der Unparteilichkeit zusteht und nicht als „Zuckerle“ für den verfehlten Einzug im Stadtrat fungiert.
Diese politische Kontinuität hat wieder einmal zu einer Zusammensetzung des Stadtrates geführt, die nicht die Fähigkeiten, sondern die Interessen einiger weniger belohnt, ungeachtet des in der Einleitung ihres programmatischen Berichts erwähnten Werte der Gemeinschaft und Solidarität.
Wir können Ihnen, Herr Bürgermeister, durchaus verwaltungstechnische Kompetenz zusprechen und bedanken uns für Ihren tagtäglichen Einsatz. Aber verwalten allein ist zu wenig: wir wünschen uns auch einen politischen Einsatz und Ansatz, der dezidiert gegen Bauspekulationen vorgeht, Bozen wieder attraktiv für junge Menschen macht ohne neue Verbote, wie in diesem Programm leider vorgesehen, die Stadtviertel mit Leben füllt und in der man als Bürgermeister auch für Projekte Stellung bezieht die zwar nicht direkt von der Stadtverwaltung abhängen, aber uns sehr wohl betreffen, wie das Bibliothekszentrum oder das Ötzimuseum.
Und dennoch, Herr Bürgermeister, werden wir Sie und den Stadtrat unterstützen. Zwar nicht heute, aber jedes Mal, wo Vorschläge im Sinne aller Bürgerinnen und -bürger eingebracht werden.
Denn uns geht es um Themen, um Ideen, die der ganzen Stadt zugutekommen und ihre Zukunft nachhaltig prägen. Diese Pandemie wird wie von Ihnen angesprochen, starke soziale und wirtschaftliche Konsequenzen mit sich bringen, die wir alle, werte Kolleginnen und Kollegen, bestmöglich meistern müssen. Dies sind wir den Boznerinnen und Boznern schuldig und wir vom Team K werden unsere Kompetenzen diesbezüglich sicherlich bestmöglich einsetzen.
Kollege Brancaglion wird jetzt auf die einzelnen Punkte ihres programmatischen Berichts eingehen, vielen Dank.
Programma:
Egregi Presidente, Sindaco e Colleghe e Colleghi Consiglieri, spettabile futura Giunta
il programma di coalizione di per sé è in buona parte condivisibile, e ne apprezziamo lo spirito collaborativo richiesto per la sua implementazione, ma vediamo dei limiti notevoli. Preliminarmente va rilevato che non ci sono approcci chiari diretti a reagire ad alcuni fenomeni negativi che affliggono la nostra città: il progressivo invecchiamento della popolazione e l’emigrazione dei giovani, la mancata integrazione linguistico-culturale e formativa, lo spreco di superficie, la costruzione di edifici inadatti e costosi in manutenzione, il progredire di fenomeni collegati al cambiamento climatico, non ultimo incapacità di gestire il deflusso idraulico delle forti piogge, la progressiva perdita di posti di lavoro.
Se non si agisce da subito e fermamente in contrapposizione a questi fenomeni rischiamo di perdere il treno e i danni saranno irreversibili.
Ma andiamo per punti:
Tema areale ferroviario: serve una regia e una supervisione sullo sviluppo dell’areale che sia efficiente, efficace e severa. Ci chiediamo: Il progetto consentirà davvero lo sviluppo quantitativo e qualitativo della città che ci porterà ad evitare nuove zone residenziali nel verde agricolo come promesso? Questo obiettivo va perseguito anche con un razionale riutilizzo delle aree già urbanizzate, impegnandosi ad evitare le speculazioni.
È una grande opera che modificherà l’aspetto e il funzionamento della nostra città per i prossimi decenni, non possiamo rischiare di perdere questa occasione unica per via di interessi particolari. Il progetto deve essere trasparente e avere un forte impatto sociale ed economico per la città.
Centro per manifestazioni nell’areale: la cultura ha bisogno di spazi per fiorire e la città ha bisogno di cultura, vivacità intellettuale e critica. L’areale rappresenta un’opportunità anche da questo punto di vista. Ma perché nel frattempo non cercare di utilizzare gli spazi esterni e magari anche interni delle ex-Pascoli per lo stesso scopo?
In generale bisogna iniziare a stimolare l’imprenditorialità culturale, permettere e favorire quelle attività culturali che si indirizzano agli interessi del pubblico invece di finanziare ogni iniziativa indistintamente.
Sviluppo del territorio: servono progetti di recupero e ottimizzazione delle aree già urbanizzate. Invece che espandersi mangiando terreni inedificati si deve puntare al recupero e riprogettazione del edificato.
Più in generale tutti gli spazi pubblici possono essere attrezzati per essere resi fruibili, attraenti, sicuri: piazze, vie, parchi, argini dei fiumi sono tutti luoghi di ritrovo sociale che vanno migliorati.
Edilizia sociale: serve più offerta per singles, famiglie monoparentali e anziani, le vere fasce deboli della composizione demografica della città. Vanno studiate e sperimentate nuove forme di abitazione e coabitazione che rispondano alle esigenze della domanda.
Le sfide del mercato del lavoro: la situazione attuale e gli sviluppi futuri prossimi chiedono un forte intervento per stare al passo con la trasformazione e la contrazione del mercato del lavoro. Nei prossimi 10 anni le cose cambieranno radicalmente in seguito allo sviluppo dell’informatica, della robotica, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale e la politica ha il dovere di cercare e trovare soluzioni, non in un’ottica di assistenzialismo fine a sé stesso, ma di offerta di opportunità ai lavoratori per reinventarsi e professionalizzarsi per tornare competitivi e avere nuovi sbocchi sul mercato del lavoro.
Le risorse e i servizi del welfare vanno equamente distribuiti, e per questo serve un piano di politica economica e sociale incentrato su Bolzano e il suo particolare mercato del lavoro.
Sicurezza e integrazione: bisogna aderire a progetti di “housing first” messi a disposizione e finanziati a livello nazionale ed europeo per eliminare il fenomeno dei senzatetto ed eradicare le problematiche di ordine pubblico, criminogenesi, igiene e decoro e di rispetto della dignità umana. Fermo restando l’indiscutibile rispetto della legalità, un approccio del genere è molto più efficace, economico e morale dei vari Daspo, divieti e telecamere, perché dati alla mano ha un tasso di successo, ovvero di immissione di persone senzatetto in circuiti produttivi e sociali, dal 60% al 80%.
Inoltre i progetti SPRAR/SIPROIMI per la gestione dell’accoglienza di profughi e rifugiati, oltre ad essere in gran parte finanziati fino al 95%, producono servizi di elevato standard qualitativi e incidentalmente anche posti di lavoro specialistici.
Scuole: come Comune possiamo investire in offerte, anche accessorie e secondarie, plurilingui. In adesione alla recente legge sulla valorizzazione della terza età si possono ingaggiare Nonne e Nonni insegnanti tra il personale in pensione per organizzare formazione continua offerta ad alunne/i e genitori, anche linguistiche, e prevedere corsi per la maggior inclusione sociale e culturale degli adulti.
Anche servizi di asilo nido e Tagesmütter possono essere tenuti in modo plurilingue.
Politiche sociali: prevedere l’elaborazione di un nuovo piano sociale con l’obiettivo di un’analisi della situazione attuale nei vari settori dell’azione sociale e per individuare i nuovi bisogni, garantendo i necessari adeguamenti organizzativi e operativi.
L’Azienda Servizi Sociali abbisogna di una riorganizzazione per poter rispondere al meglio e più efficacemente alle esigenze odierne.
Un Centro diurno per migranti serve, ma sarebbe già un buon inizio prevedere che il cosiddetto servizio di “emergenza freddo” non chiuda durante il giorno, evitando quindi che gli ospiti vaghino per la città in cerca di servizi igienici, luoghi protetti e passatempo. Sembra una banalità ma attualmente, alle 8 di mattina le persone sono costrette a lasciare i centri per potervi rientrare solo alle 8 di sera con gli ovvi disagi per le persone e per la città.
Ambiente: bene l’attenzione ai temi ambientali, anche se messo come ultimo punto del programma. Mancano forse approcci utili a permettere l’assorbimento, la filtrazione nel sottosuolo, delle precipitazioni meteoriche sempre più consistenti.
Considerato il verificarsi, sempre piú frequente, di eventi meteorologici e temporaleschi di forte intensitá, ove tecnicamente possibile, viene richiesto di rendere il piú possibile permeabili alle citate precipitazioni piazzali e parcheggi, sia pubblici che privati, in modo da contribuire a sventare al meglio il pericolo che si vengano a verificare calamitá naturali a danno della bassa Atesina e del Trentino.
Bene l’attenzione alla mobilità ciclistica, ma le ciclabili da sole non bastano. Va favorita la mobilità ciclistica anche rendendola più sicura, comoda e fluida, con corsie preferenziali e stalli coperti ed innovativi per esempio.
Peraltro nulla si dice in merito alla lotta all’inquinamento luminoso. Normative, anche provinciali, in tema esistono da tempo, si tratterebbe di implementare sia in campo privato che pubblico.
In generale la città dovrebbe avere un bilancio energetico e delle emissioni di CO2, oltre a un piano per contrastare – per quanto di nostra competenza – i cambiamenti climatici. Ogni decisione dovrebbe tenere conto dell’impatto ambientale e generazionale, nel senso che è necessario avere consapevolezza delle nostre responsabilità nei confronti delle giovani generazioni e di quelle future.
In generale abbiamo bisogno di più investimenti dedicati alle persone – al prezioso capitale umano quindi – e meno in infrastrutture faraoniche. Queste ultime indubbiamente servono, ma hanno importanza che andrebbe relativizzata rispetto a tantissimi interventi mirati. Cultura, formazione e sociale dovrebbero diventare i settori nei quali concentrare la nostra attenzione.
Infine una richiesta. Cerchiamo di non cadere nella trappola della rappresentazione distorta dell’opinione pubblica rappresentata dai social media. Come consigliere e consiglieri comunali non possiamo lasciarci condizionare come se fossero lo specchio fedele della realtà, dobbiamo essere consapevoli che ne rappresentano solo una porzione minima, spesso e volentieri la più strumentalizzata e incattivita. Il ruolo della politica non può essere quello di reagire – come un riflesso pavloviano – per sfamare la fame di like e rispondere a un moto di indignazione neanche tanto collettiva. In questo modo si perde il necessario sguardo verso il medio e lungo periodo e soprattutto verso il bene comune.
In ultimo, apprezziamo lo spirito collaborativo esposto dal Sindaco e dalla Giunta, sicuramente faremo la nostra parte, in questo senso buon lavoro
Nonostante ciò, per i motivi esposti, ci asterremo al momento della votazione.
Grazie.