Il contratto collettivo intercompartimentale vigente risale all’anno 2008 (parte normativa 2005-2008, parte economica: 2007-2008). Nell’anno 2009 è stato siglato un accordo transitorio per quanto riguarda la parte economica: gli stipendi sono stati aumentati dello 0,6% (stipendio di base e indennità integrativa speciale) e per l’anno 2010 è stata concessa un’indennità di vacanza contrattuale pari allo 0,75%. Questo è stato l’ultimo rinnovo contrattuale per i dipendenti pubblici.
Nell’anno 2010 è subentrato lo stop ai rinnovi contrattuali nel pubblico impiego (decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito nella legge 30 luglio 2010, n.122 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”). Questo blocco salariale è rimasto in vigore fino al 2015, e nell’ottobre 2016 è stato sottoscritto un contratto collettivo intercompartimentale per il triennio 2016-2018. Tale contratto concedeva ai dipendenti pubblici un aumento generale dell’indennità integrativa speciale di 480 € lordi (quindi 40 € mensili) a partire dall’1/7/2016. Dall’1/5/2017 l’indennità integrativa speciale è stata nuovamente aumentata dello stesso importo.
Il 30 aprile 2019 è stato aperto il tavolo delle trattative tra il datore di lavoro pubblico e le rappresentanze dei lavoratori con il fine di negoziare la parte normativa e quella economica del contratto collettivo intercompartimentale per il periodo 2019-2021.
L’articolo 4, comma 6, della legge provinciale 15 maggio 2015, n. 6, prevede che in sede di rinnovo contrattuale e di definizione della retribuzione vengano considerati i seguenti aspetti fondamentali: “la salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni, tenendo conto delle tendenze generali dell’economia e del mercato del lavoro nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali”.
Con questa base normativa, è necessario che dopo un periodo così lungo senza aumenti salariali le retribuzioni vengano adeguate in modo da compensare la perdita del potere d’acquisto ovvero siano allineate all’aumentato costo della vita. Al riguardo, va considerato che in Alto Adige l’aumento del costo della vita è più alto rispetto al resto d’Italia.
Nel giugno 2019 l’IPL ha pubblicato dei dati sulla perdita del potere d’acquisto dei dipendenti pubblici: nel periodo aprile 2010-aprile 2019, il costo della vita in Alto Adige è aumentato del 16%.
Gli aumenti dell’indennità integrativa speciale nello stesso periodo (2010-2019) hanno determinato, a seconda del livello di inquadramento, incrementi della retribuzione lorda tra il 3,3% (8º livello retributivo) e il 4,7% (4º livello retributivo). Per i dipendenti pubblici ciò ha significato subire una grossa perdita di potere d’acquisto che rende necessari adeguamenti salariali per garantire invece un potere d’acquisto costante nel tempo. Per rendere possibile tutto ciò, sono necessari (secondo i calcoli dell’IPL) aumenti salariali mensili tra i 230 € e i 310 € lordi.
Ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale
a prevedere, in occasione del prossimo rinnovo del contratto collettivo intercompartimentale dei dipendenti pubblici, un aumento degli stipendi che tenga conto della sopravvenuta perdita del potere d’acquisto, e così garantire la salvaguardia del potere d’acquisto secondo quanto previsto dall’articolo 4, comma 6, della legge provinciale 15 maggio 2015, n. 6.