Il Team K chiede da tempo una exit strategy per l’Alto Adige per uscire dall’emergenza Covid, con percorsi differenziati tra la Regioni. I dati sulla diffusione dell’infezione permettono un maggiore coraggio, senza accettare acriticamente i decreti centralisti e illiberali che giungono da Roma. Ora anche l’Svp ha imboccato questa strada, ma finora la Giunta provinciale non ha ancora dimostrato di essere in grado di gestire crisi degne di questo nome. Questa strada va perseguita, non con le minacce e i ricatti, ma dimostrando di essere capaci di gestire il rientro alla normalità.
I dati disponibili indicano che in Alto Adige possiamo tenere sotto controllo l’epidemia di Covid-19 con misure come il distanziamento sociale e le norme igieniche. “Il Governo continua ad agire nel panico. Molte norme – ad esempio quelle sui parrucchieri – mancano di logica. Gli enormi danni causati dal blocco in corso non sono presi in sufficiente considerazione e il problema in futuro significherà ulteriori debiti non solo per lo Stato ma anche per imprese e famiglie, e quindi tasse più alte. E’ inaccettabile equiparare tutte le regioni”, spiega il portavoce del gruppo Paul Köllensperger. Le preoccupazioni non riguardano solo l’economia, ma anche il sistema sanitario che deve essere urgentemente rilanciato, insieme a misure per evitare evitare ulteriori danni sociali e psicologici agli adulti e soprattutto ai bambini. “Questa non è la Cina – prosegue Köllensperger -. Viviamo in una democrazia liberale e confidiamo di poter convincere i cittadini a seguire regole sensate e comprensibili”.
Il Team K sostiene quindi un percorso differenziato per l’Alto Adige, non un approccio centralista. Le aperture devono tuttavia essere accompagnate da test svolti in modo capillare. “Test, test, test” è uno slogan che abbiamo spesso ripetuto in queste settimane e che la Giunta provinciale non ha mai messo davvero in pratica, anche perché l’Azienda sanitaria non è stata in grado di procurarsi per tempo attrezzature sufficienti.
Sono dunque necessari test su larga scala per poter individuare ed intervenire immediatamente sulle nuove infezioni. “Dal punto di vista epidemiologico, è assolutamente possibile consentire maggiori aperture. Queste devono sempre essere abbinate alla prevenzione e ai test: in futuro le misurazioni della temperatura e le regolari disinfezioni devono assolutamente diventare parte della vita quotidiana. Dobbiamo imparare a convivere con il virus.” conferma l’esperto medico Dr. Franz Ploner. I protocolli di sicurezza devono essere applicati in tutte le aziende per poter reagire immediatamente in caso di nuovi focolai, e mantenute le misure del contenimento come indossare correttamente la maschera, come lavarsi le mani, come disinfettare l’ambiente circostante.
Ma dopo gli annunci, come si muoverà ora la nostra Provincia? Su quali materie abbiamo competenza provinciale? “Soprattutto le famiglie hanno bisogno di risposte chiare. Le scuole e gli asili rimarranno chiusi, possiamo ora iniziare l’assistenza all’infanzia e pensare a quella estiva?”, chiedono i consiglieri provinciali Maria Elisabeth Rieder e Alex Ploner.
Il Team K sostiene una strategia autonomia per l’Alto Adige, ma vede anche nuove ambiguità in arrivo per gli altoatesini: “La strada intrapresa dalla Svp solleva allo stesso tempo delle domande, una su tutte: cosa succederà nell’immediato? Non avremo certamente una legge provinciale in tempi brevi”. E detto chiaramente: La Giunta provinciale e i dirigenti non hanno ancora dimostrato di essere in grado di gestire una crisi degna di questo nome. La vicenda delle mascherine e degli scaldacollo, la situazione catastrofica nelle case di riposo, la mancata fornitura di dispositivi di protezione e di test capillari sono ancora sotto gli occhi di tutti.
Finora tutte le nostre proposte di collaborazione sono rimaste inascoltate. Resta quindi da vedere quanto sarà democratico il percorso che la Giunta intenderà avviare anche con le altre forze politiche in Consiglio provinciale.
Dal momento che Kompatscher, finora uomo del dialogo con Roma e della diplomazia, ha scelto la strada dello scontro, ci auguriamo che abbia ponderato le possibili conseguenze e che questa decisione non sia solo frutto di una gara interna alla Svp tra lui e l’Obmann.
La nostra convinzione è che l’Alto Adige debba avere la possibilità di gestire in autonomia l’uscita dalla crisi, ma altrettanto che l’autonomia e la convivenza dei gruppi linguistici non debbano risentire dell’epidemia per via di scontri istituzionali creati ad arte, guardando giá alle prossime elezioni comunali. Ci ricordiamo bene il “Los von Rom” agitato dalla Svp spesso e volentieri proprio in periodi pre-elettorali. Questa strada va perseguita, ma non con le minacce e i ricatti, ma dimostrando di essere capaci di gestire il rientro alla normalità. Un rientro alla normalitá per tutti i nostri cittadini e le nostre imprese, che dopo settimane di quarantena e lockdown devono finalmente vedere la luce in fondo al tunnel.