“Questa settimana, nella riunione della Giunta provinciale, sono state decise misure per semplificare l’elaborazione delle domande per i contributi abitativi, ma purtroppo queste modifiche non sono un grande successo”, afferma Maria Elisabeth Rieder del Team K.
Tra le misure troviamo l’eliminazione del limite massimo delle superfici accessorie richiesta per l’approvazione dei contributi abitativi. In sostanza sarà necessario presentare meno documenti per la richiesta, il che è indubbiamente nell’interesse dei richiedenti. Nonostante questa lodevole iniziativa, tuttavia, ci si chiede in che misura i tempi di attesa per il pagamento del sussidio abitativo possano effettivamente essere ridotti da questa misura.
Un altro punto riguarda la modifica relativa alla presentazione della garanzia bancaria. In precedenza, la garanzia doveva superare del 30% il contributo del sussidio; ora questa percentuale è stata ridotta al 15%. Ciò significa che in precedenza era richiesta una garanzia bancaria di 52mila euro per un contributo di 40mila euro. Al tasso di interesse attuale di circa il 5%, questa garanzia costa al richiedente ben 7.800 euro di interessi con un periodo di attesa di tre anni. Questo ha ridotto il contributo provinciale da 40mila euro a 32.200 euro.
Maria Elisabeth Rieder è sorpresa: “L’assessora all’edilizia abitativa Ulli Mair pensa che la riduzione della garanzia bancaria dal 30 al 15% sia un gran successo, ma mi pare legittimo chiedersi se non si tratti solo di una foglia di fico. Secondo i miei calcoli, questa misura farà risparmiare ai richiedenti dell’esempio fatto 900 euro in tre anni, cioè ben 300 euro all’anno. Mi sembra un po’ esagerato parlare di grande vittoria”.
Maria Elisabeth Rieder si sarebbe aspettata di più: “È una goccia nel mare. Resta il fatto che i richiedenti hanno bisogno di una garanzia bancaria e ne sostengono a lungo i costi. La mia proposta di esternalizzare l’elaborazione delle domande dei contributi abitativi avrebbe contribuito a garantire che le domande per il 2022 e il 2023 potessero essere elaborate entro quest’anno e che le domande per il 2024 potessero essere avviate ora. Ma la mozione era stata respinta nell’ultima sessione di lavori del Consiglio provinciale”.