Durante la pandemia Covid-19 molti cittadini sono stati obbligati ad un periodo di quarantena obbligatoria perché risultati positivi al virus o in stretto contatto con persona infetta. Alcuni di essi hanno segnalato di aver ricevuto tempestivamente la comunicazione del periodo di quarantena via e-mail, seguita da una raccomandata, mentre altri hanno ricevuto la comunicazione a quarantena finita o non hanno mai ricevuto la raccomandata. Proprio in questi tempi sarebbe utile poter dialogare con i cittadini per via telematica, evitando contatti fisici e costi derivanti dall’invio postale.
Ciò premesso,
si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- Come dovrebbe funzionare e come ha poi effettivamente (non) funzionato il workflow di comunicazione del periodo di quarantena? Come si giustificano discrepanze nella comunicazione tra i comprensori sanitari?
- Le risorse umane e tecnologiche messe a disposizione per questo servizio erano adeguate? Se no, quali misure sono state intraprese per ovviare al problema?
- Come mai queste comunicazioni sono state inviate ai medici di base con forte ritardo e in forma di una mail e non caricate nel Fascicolo Sanitario Elettronico?
- Non sarebbe possibile utilizzare uno dei seguenti strumenti per una tale comunicazione ai cittadini:
a) indirizzo PEC registrato nel Fascicolo sanitario elettronico o sul portale provinciale “MyCivis”?
b) comunicazione sul portale provinciale “MyCivis”, strutturato come servizio elettronico di recapito certificato qualificato alla fine dell’elezione del proprio domicilio digitale?