La delibera della Giunta provinciale n. 385/2015 disciplina i compensi per relatrici e relatori, moderatrici e moderatori, direttrici e direttori, tutor, supervisore e supervisori esterni in seminari, convegni, conferenze e corsi di formazione, e vale come direttiva per gli enti strumentali della Provincia, ivi comprese le scuole a carattere statale.
Con questa delibera si è creato un quadro normativo per regolare quanto più possibile i rapporti con i soggetti erogatori esterni che sono incaricati, e di conseguenza remunerati, come liberi professionisti o intervengono nell’ambito della loro attività professionale, ma non vale per chi svolge attività di volontariato. In passato è capitato spesso che le/i rappresentanti di associazioni e organizzazioni di volontariato fossero invitate/invitati a partecipare a convegni, congressi e corsi in qualità di relatrice/relatore o esperta/esperto, per contribuire, in virtù della loro competenza, alla riuscita dell’iniziativa. Per questo loro impegno, che spesso non ha alcun rapporto diretto con la loro attività di volontariato, non hanno ricevuto alcun rimborso per le spese di viaggio, di pernottamento o di vitto, ma nemmeno un compenso dagli organizzatori, vale a dire dalla mano pubblica (enti, uffici o scuole).
Come previsto per i dipendenti provinciali, ai sensi della delibera di cui sopra l’amministrazione provinciale non può concedere compensi o rimborsi a chi svolge attività di volontariato. Questo crea una disparità di trattamento tra le varie relatrici e i vari relatori che finisce per indebolire il volontariato ovvero si rivela demotivante, perché negli anni molti volontari acquisiscono preziose competenze, di cui i vari enti pubblici poi si avvalgono, senza un debito riconoscimento, come peraltro dimostra il fatto che la mano pubblica non si assume le loro spese.
Una persona impegnata nel volontariato sociale ha riassunto così la situazione: “Quando si è invitati a un convegno dell’amministrazione provinciale oppure di un ente strumentale della Provincia per avanzare delle proposte di miglioramento nel sociale, si finisce per sentirsi presi in giro, per non dire mobbizzati. Ci si ritrova seduti accanto a un esperto, chiamato a intervenire sullo stesso tema, che però per questo suo intervento è lautamente pagato, e ha persino tutte le spese rimborsate. Inoltre, il messaggio trasmesso dagli organizzatori è quello che dovremmo sentirci onorati di essere stati invitati, che il volontariato non va mai retribuito e che la richiesta di un rimborso spese è ritenuta quasi offensiva.”
Noi del Team K siamo favorevoli a valorizzare e sostenere maggiormente il volontariato e ci impegniamo affinché non vi siano più disparità di trattamento da parte degli enti pubblici nei confronti del volontariato ovvero ai volontari non sia riservato un trattamento addirittura peggiore rispetto alle relatrici/ai relatori e alle esperte/agli esperti provenienti dal privato. Sta di fatto che entrambe le parti sono spesso invitate per lo stesso scopo, mettendovi lo stesso impegno, con la stessa professionalità.
Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale
- a modificare oppure integrare la delibera della Giunta provinciale n. 385/2015 affinché per relatrici e relatori, moderatrici e moderatori, direttrici e direttori, tutor, supervisore e supervisori esterni chiamati a intervenire in seminari, convegni, conferenze e corsi di formazione sulla base del lavoro da loro svolto in associazioni e organizzazioni di volontariato e dell’esperienza ivi acquisita sia previsto un rimborso spese;
- a modificare oppure integrare la delibera della Giunta provinciale n. 385/2015 affinché per relatrici e relatori, moderatrici e moderatori, direttrici e direttori, tutor, supervisore e supervisori esterni chiamati a intervenire in seminari, convegni, conferenze e corsi di formazione sulla base del lavoro da loro svolto in associazioni e organizzazioni di volontariato e dell’esperienza ivi acquisita sia previsto un compenso.