Ieri Alex Ploner ha presentato in Consiglio regionale un ordine del giorno volto a ottenere un approfondimento sulla condizione contrattuale, retributiva e previdenziale dei giornalisti pubblicisti del Trentino-Alto Adige, valutando al contempo la possibilità di estendere a questa categoria di lavoratori autonomi le tutele previste per gli artisti dalla legge regionale 4/2020 e di predisporre un intervento legislativo per garantire un equo compenso e un sostegno previdenziale integrativo.
Alex Ploner ha richiamato le premesse già illustrate in sede di discussione e fatto riferimento esplicito alla normativa germanica, citata in passato anche dalla Giunta regionale come modello di riferimento. Nonostante ciò, l’assessore alla previdenza Carlo Daldoss ha espresso parere negativo, definendo “eccessivo” l’accostamento tra giornalisti pubblicisti e artisti. “È inaccettabile che la Giunta liquidi una la questione con un giudizio superficiale, ignorando volutamente un modello europeo collaudato che la stessa amministrazione aveva indicato come riferimento riconoscendo il valore sociale e culturale del lavoro giornalistico. Se il Consiglio regionale non riesce nemmeno a prendere atto di un’emergenza come quella della precarietà strutturale dei giovani che si affacciano alla professione giornalistica, allora c’è un grave problema di responsabilità politica e istituzionale,” ha dichiarato Alex Ploner in sede di replica.
Le criticità legate alla remunerazione insufficiente e alla precarietà del lavoro giornalistico, già emerse con forza durante le celebrazioni per i 50 anni dell’istituzione dell’Ordine regionale del Trentino-Alto Adige che si sono svolte presso il Palazzo della Regione nel novembre del 2022, trovano in questa bocciatura l’ennesima conferma di un disinteresse istituzionale preoccupante. La condizione di tanti pubblicisti, spesso costretti a lavorare senza un adeguato riconoscimento economico e previdenziale, rappresenta una minaccia concreta per la libertà e la pluralità dell’informazione, temi che l’ordine del giorno intendeva affrontare in modo strutturale e non episodico.
Preoccupante, inoltre, il silenzio dei consiglieri degli altri gruppi politici, che non hanno ritenuto di intervenire su una questione che investe direttamente la qualità dell’informazione e, di conseguenza, la salute democratica del nostro territorio. Un atteggiamento di indifferenza che rischia di alimentare ulteriormente le difficoltà di chi opera nel mondo dell’informazione, senza tutele adeguate e con prospettive sempre più incerte.