Con una mozione in Consiglio provinciale, il Team K aveva chiesto che oggi, finalmente a bocce ferme, una commissione di esperti indipendente esaminasse spassionatamente la gestione dell’emergenza pandemica. Un’analisi retrospettiva deve essere affrontata in modo aperto, critico, costruttivo, oggettivo, per trarre lezioni utili per il futuro ed evitare di ripetere gli stessi errori.
Con 9 voti a favore, 6 astensioni e 19 voti contrari, il Consiglio provinciale ha respinto oggi, dopo un dibattito a tratti acceso, la mozione presentata dal consigliere Franz Ploner, che sottolineava che la commissione era prevista nello stesso programma di governo. Nella sua mozione – co-firmata da Verdi, Pd e da Andreas Leiter Reber della Freie Fraktion – il primo firmatario Franz Ploner aveva definito in composizione, compiti, obiettivi della commissione. “La commissione deve essere composta da esperti di varie discipline e da cittadini di diversa estrazione professionale e sociale, comprese persone sospese a causa delle misure anti-covid. Le associazioni di anziani e giovani, di tutela dei consumatori, i rappresentanti dei settori scolastico, sanitario, sociale, delle case di riposo devono avere voce in questa commissione. La pandemia ha lasciato profonde ferite in questi settori”, commenta Franz Ploner.
Il consigliere del Team K ha definito “l’analisi fattuale e scientifica degli effetti dei lockdown, dell’uso obbligatorio delle mascherine, dei test e delle strategie di vaccinazione, nonché delle conseguenze sociali e degli effetti di tutte le decisioni e delle misure adottate durante la pandemia come responsabilità della commissione di esperti indipendenti. I risultati avrebbero poi dovuto essere pubblicati e presentati in Consiglio provinciale, in quanto massimo organo democratico dell’Alto Adige, per essere discusso al fine di trarre insegnamenti per le misure future in caso di eventi pandemici”.
“Troppi sono stati gli sconvolgimenti sociali e i traumi psicologici nel periodo della crisi pandemica e troppa la fiducia nella politica, nelle istituzioni, nella medicina e nella scienza irrimediabilmente persa. Una rivalutazione aperta, critica e costruttiva è l’obiettivo conclusivo di ogni gestione di crisi e non dovrebbe mancare in seno a una cultura democratica come la nostra”, conclude Franz Ploner.