Da oltre un anno, in Alto Adige non vengono immatricolate auto nuove adattate per persone con disabilità. Nel resto del territorio nazionale il problema non c’è, con gli interessati della provincia di Bolzano costretti quindi a richiedere l’immatricolazione dei loro veicoli nelle regioni limitrofe, con costi aggiuntivi.
“In tutta Italia, il decreto ministeriale a cui fa riferimento la Motorizzazione in Alto Adige non crea alcun problema. Conosco personalmente il caso di un disabile che ha portato l’auto a Venezia per l’immatricolazione. In questa vicenda le responsabilità vengono continuamente rimpallate dall’Agenzia delle Entrate al Ministero dei Trasporti, quando il problema è provinciale. In qualità di agenzia unica per l’immatricolazione, la Motorizzazione di Bolzano interpreta un decreto ministeriale dell’8 gennaio 2021 nel senso che non potranno più essere rilasciate immatricolazioni per autovetture nuove adattate per persone con disabilità. La cooperativa sociale Handicar, che effettua questo tipo di conversioni, sta cercando di trovare una soluzione da tempo, ma finora è rimasta senza risposta. Dopo che noi, come Team K, abbiamo cercato di attirare l’attenzione su questo problema per mesi e abbiamo già segnalato questo deplorevole stato di cose alla Giunta provinciale, mi rivolgerò ora al difensore civico a nome delle persone disabili danneggiate. Ho anche chiesto all’assessore provinciale Alfreider di affrontare e finalmente risolvere il problema”, spiega il consigliere provinciale Alex Ploner.
Il decreto ministeriale dell’8 gennaio 2021 prescrive un collaudo semplificato per le autovetture su cui vengono eseguiti semplici interventi di trasformazione per persone con disabilità. Questo collaudo semplificato si applica solo alle auto usate già immatricolate, mentre la prima immatricolazione deve ancora essere effettuata dall’Ufficio Motorizzazione di Bolzano – che di fatto si rifiuta di rilasciarle. “È davvero triste che le persone con disabilità debbano spendere energie, tempo e soldi, andando a Trento o addirittura a Venezia, solo perché l’amministrazione pubblica preposta interpreta in un modo particolare – unico in tutta Italia – un decreto”, conclude Alex Ploner.