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Astensionismo e voti nulli: l’SVP vuole mantenere lo status quo a scapito della democrazia
Le risposte fornite dall’assessore agli enti locali Franz Locher alle interrogazioni 95/XVII e 96/XVII confermano un’amara verità: non c’è alcuna volontà politica di affrontare il problema dell’astensionismo crescente e dell’alta incidenza di voti nulli e schede e schede bianche. Anziché riconoscere la gravità della situazione e impegnarsi per trovare soluzioni concrete, la maggioranza regionale preferisce ignorare il problema, perpetuando così un sistema elettorale che finisce per escludere sempre più cittadini dalla partecipazione attiva.
Il primo tema, quello dell’astensionismo, è cruciale per la tenuta democratica del nostro territorio. La partecipazione al voto continua a calare, ma nessuna misura concreta viene proposta per analizzare le cause o per incentivare il coinvolgimento dei cittadini. Una situazione che fa comodo all’SVP, che proprio grazie al basso afflusso alle urne riesce a mantenere un controllo quasi assoluto sulla Provincia di Bolzano, governando indisturbata in oltre 100 dei 116 comuni. Più cresce il numero di cittadini che rinunciano a votare, più l’SVP può perpetuare il proprio dominio senza alcuna reale concorrenza, potendo contare sul voto di alcuni forti gruppi di interesse come le potenti associazioni nei settori dell’agricoltura e dell’alberghiero.
Anche la questione dei voti nulli e delle schede bianche meriterebbe maggiore attenzione. Si tratta di un fenomeno che potrebbe segnalare problemi nei processi elettorali, carenze nell’informazione agli elettori o addirittura proteste silenziose contro un sistema percepito come bloccato. Eppure, l’atteggiamento della maggioranza è di totale disinteresse: nessun approfondimento viene svolto per capire le motivazioni dietro questi dati e nessuna proposta viene avanzata per migliorare la trasparenza e la comprensione dei dati emersi dalla nostra analisi.
In sostanza, il messaggio è chiaro: per l’SVP non serve cambiare nulla, perché lo status quo garantisce il mantenimento del potere. Non sorprende quindi che non ci sia alcuna apertura verso riforme elettorali o strumenti per rafforzare la democrazia partecipativa. Il dominio politico sul territorio viene prima di tutto, anche a costo di soffocare ogni possibile evoluzione democratica.