Migliaia di famiglie, imprese e lavoratori hanno bisogno di sostegno urgente per superare questa crisi. Il pacchetto di aiuti approvato dal Consiglio provinciale è un passo importante in questa direzione. Tuttavia sui tempi di erogazione e sull’organizzazione degli aiuti molte domande rimangono senza risposta. Servono maggiori prospettive e un vero piano orientato al futuro.
Dopo un lockdown durato settimane, il Consiglio provinciale ha finalmente approvato il pacchetto di 500 milioni di aiuti diretti. “Abbiamo dovuto decidere su mezzo miliardo di euro, ma nella legge non compare nemmeno una riga sulla destinazione delle risorse. La Giunta provinciale si è lasciata le mani completamente libere su come gestire il denaro e sui destinatari. Per questo ci siamo astenuti. Rimane aperta la questione del perché centinaia di milioni di vecchi debiti dello Stato vengano recuperati solo ora e non l’anno scorso. Sono cifre importanti, che sono mancati a tutti gli assessorati, soprattutto nei dipartimenti di Achammer. Le nostre proposte, pratiche e pensate per le aziende, sono state respinte come al solito: no alla richiesta di una proroga della convenzione con le banche, in modo che le aziende altoatesine possano farsi anticipare a un tasso favorevole gli oltre 300 milioni di crediti in sospeso nei confronti della Provincia; no alla proposta di consentire la rapida e semplice compensazione tramite F24 dei contributi spettanti alle aziende con i versamenti fiscali; no all’introduzione di un fondo per il turismo, alimentato da un aumento della tassa di soggiorno di un euro, a beneficio delle aziende turistiche e della cassa integrazione dei dipendenti; no al finanziamento pluriennale delle associazioni di volontariato”, riassume Paul Köllensperger la discussione in aula.
Il Team K esprime perplessità anche per l’adozione di altre nuove misure decise nel bel mezzo di questa crisi, come lo stop all’aumento dei posti letto (almeno nella sua formulazione attuale) e la nuova legge urbanistica provinciale. Quest’ultima sta già avendo effetti deleteri. Peter Faistnauer: “Non è certo stata una buona idea varare la nuova legge urbanistica nel giugno 2020. Il caos burocratico che ne è derivato, con la conseguente stasi negli uffici pubblici, si traduce oggi come un ulteriore freno economico, arrivato all’apice della crisi. Nonostante l’ecobonus governativo per le ristrutturazioni energeticamente efficienti fosse da tempo disponibile, è stato tutto fermo fino all’inizio di marzo. 500 milioni di euro è il minimo che un Giunta provinciale seria possa fare”.
Anche in questa occasione la Giunta provinciale ha considerato inutile qualsiasi coinvolgimento del Consiglio.
Alex Ploner: “Le aspettative della popolazione sono giustamente molto alte. Se ci sono ritardi o problemi nelle prossime settimane nella trattazione delle domande e nell’erogazione degli aiuti finanziari, la Giunta provinciale rischia di perdere definitivamente la fiducia dei cittadini”.
Maria Elisabeth Rieder si chiede come questi aiuti Covid raggiungeranno concretamente le persone colpite e quando verranno erogati attraverso la piattaforma annunciata in pompa magna dalla assessora Deeg. “Lasciare che i primi aiuti arrivino alle famiglie solo in concomitanza con la festa della mamma a maggio è irresponsabile – ha dichiarato –. Vorrei capire secondo quale logica aumenti salariali per i dipendenti pubblici già previsti dai contratti collettivi ora vengano bloccati per sostenere l’economia. Mi chiedo, quindi, perché le singole persone devono dichiarare i propri redditi e patrimoni mentre per le aziende non si tiene conto della situazione patrimoniale”.
Il dott. Franz Ploner è infastidito dal fatto che la permanente modalità di lavoro “a distanza” non consente al Consiglio provinciale di lavorare in maniera costruttiva. “Gli aiuti vengano erogati rapidamente, altrimenti non sono aiuti – sostiene –. In estate la Giunta provinciale non si è preparata alla seconda ondata prevista per l’autunno e poi aspetta settimane per lanciare la piattaforma digitale per richiedere gli aiuti… Prendendo esempio dal “decreto sostegni”, servono risorse aggiuntive per la sanità, perché i dipendenti nel settore sanitario continuano a fare un ottimo lavoro, che non andrebbe solo applaudito, ma anche concretamente riconosciuto in busta paga”.
Anche se in totale, anche attraverso i prestiti, il pacchetto di aiuti ammonta a 800 milioni di euro, con la sua astensione il Team K intende porre l’attenzione sul fatto che rimangono più domande che risposte, soprattutto sui tempi di erogazione e sull’organizzazione degli aiuti. E’ giunto il momento di portare avanti una vera politica del mercato del lavoro e una politica economica con leadership e visione. C’è bisogno di prospettive e di un nuovo inizio.
In questo contesto, la discussione in aula sui 2,4 miliardi del Recovery Fund destinati all’Alto Adige è più che mai necessaria, in quanto si deve definire in che direzione lavorare per le generazioni future, trovando una risposta alla domanda: quale Alto Adige vogliamo nel 2026, 2030 e 2050?