Chi pernotta in Alto Adige – ma anche altrove naturalmente – paga una tassa di soggiorno che viene calcolata a notte, per tutti gli ospiti di età superiore ai 14 anni e classificata in base alla categoria di alloggio, di ogni comune in cui si trova la struttura ricettiva commerciale o non. La funzione è duplice: segnalare alle forze dell’ordine la presenza di una persona e – forse soprattutto – finanziare lo sviluppo turistico, come stabilito espressamente dalla legge provinciale in materia.
Le attività ricettive, i cui ospiti sono tenuti al pagamento della tassa di soggiorno, siano commerciali o non (agriturismi e affittacamere tradizionali), hanno una cosa in comune: dispongono di una licenza all’attività emessa dal loro comune. D’altra parte, tuttavia, vi è un numero sempre crescente di piattaforme di intermediazione come Airbnb ma anche altre che si inseriscono tra gli esercizi ricettivi e gli eventuali clienti e pur senza alcuna proprietà fisica degli alloggi offerenti il servizio di pernottamento sui loro siti web risultano essere di fatto strutture direttamente concorrenziali con quelle tradizionali.
Tramite queste società operanti sul web su scala mondiale, molti privati con disponibilità di appartamenti ricavano dei guadagni per effetto di locazioni di brevissima durata, spesso senza alcuna licenza comunale, non essendo più necessario passare, per esempio, per le associazioni locali del turismo per fare pubblicità alle proprie strutture al fine di riempire i propri posti letto.
Riguardo alla popolarità mondiale di queste piattaforme che crescono a un ritmo galoppante e per farsi un’idea sulla loro scarsa disponibilità di pagare le tasse lì dove generano i loro profitti, rimandiamo ai documenti allegati.
Sia l’enorme successo di queste piattaforme sia l’elevatissima redditività proveniente dagli affitti brevi aumenta la pressione sul mercato degli affitti, con la conseguenza di veder sottratto un numero sempre crescente di appartamenti alla locazione ordinaria di lungo termine e a prezzi abbordabili. Questo fenomeno si materializza in un forte aumento del caro caso, complicando così non poco la vita ai residenti.
Queste riflessioni sono a base della nostra mozione, presentata in Consiglio provinciale quando ancora non eravamo a conoscenza di uno studio commissionato dalla città capoluogo di Provincia che ha reso evidente una violazione delle regole del gioco in essere a danno degli operatori turistici “tradizionali” a Bolzano con ulteriore impatto sul caro casa per affitti di durata ordinaria.
Imporre a AirBnB la responsabilità sul pagamento della tassa di soggiorno ai rispettivi comuni contribuirebbe a far sì che gli host ovvero coloro che affittano con le citate di piattaforme di intermediazione risulteranno in seguito in regola con le ottemperanze anagrafiche, le licenze e le tasse. Sarebbe posto così un argine ad un fenomeno di escalation di concorrenza sleale fortemente penalizzante per gli esercizi commerciali e non operanti regolarmente sul mercato.
Non solo nella nostra mozione, anche nella ricerce effettuata si rinviene una questione di dimensione sociale potenzialmente esplosiva di diretta ripercussione, per quanto riguarda la situazione dell’Alto Adige, soprattutto sulla condizione di vita nelle nostre città tanto amate dai turisti che le frequentano. Oltre a Team K, addirittura la stessa SVP di Bolzano nella persona dell’assessore all’economia Stefan Konder ne ha cristallinamente colto il fenomeno.
Per porre fine quanto più efficacemente possibile a questa “shadow economy” con tassi di crescita enormi di anno in anno, questo modello di business online va messo alle strette con più rigore. Tanto è vero che dalla notizia del 11 dicembre 2019 a firma quotidiano Tageszeitung (cfr. documenti allegati) l’assessore comunale si è lasciato sfuggire le seguenti parole:
“La legge provinciale in materia dovrebbe essere modificata e sarebbe bene farlo il prima possibile”.
Quindi, cara Svp, facciamo squadra e completiamo efficacemente di questo passaggio la legge provinciale esistente, in modo da non dover ulteriormente lasciarci sfuggire i proventi derivanti dalla tassa di soggiorno cui sarebbe tenuto anche un numero sempre più consistente di ospiti che per soggiornare da noi passano attraverso le piattaforme di Airbnb e simili. Pertanto, finiamola con questa buona volontà socialmente intollerabile di dover affidarci alla discrezione di tali host se adempiono o meno ai loro obblighi.
Un Golia del turismo non dovrebbe aver gioco talmente facile di potersi trincerare dietro le sue attività espletate a livello mondiale e farla franca come un Davide della contribuzione tributaria nei rispettivi paesi di origine dei suoi ricavi, tant’è vero che di energie ne spende anche parecchie per battere ogni via giudiziaria immaginabile arrivando fino alla Corte di giustizia europea a tutela dei suoi “diritti” contro ogni eventuale danno al proprio business che nella sua convinzione gli risulterebbero ove venisse costretto un giorno per davvero a dover rispettare le rispettive leggi tributarie soprattutto di quei paesi in cui genera i ricavi più importanti, impuntandosi al pagamento di imposte locali e nazionali il più esiguo possibile.
Bisogna tenere a mente che l’Italia si colloca tra il 3° e il 4° posto nel mondo per volume di affari in capo ad Airbnb & altre piattaforme simili. A fronte di un fatturato di circa 200 milioni di euro fa testa appena un centesimo di questo importo in termini di imposte nazionali.
La presente mozione di Team K origina da una esigenza di tutela della lealtà concorrenziale – un principio più volte ribadito con fermezza in passato dalla stessa associazione degli albergatori altoatesini HGV per bocca del suo presidente. Di qui la speranza di un appoggio quanto più ampio possibile, anche in un’ottica di offrire un ulteriore tassello per dominare il fenomeno del cosiddetto overtourism..
Pertanto, Team K auspica un dibattito approfondito su questo tema, soprattutto con i membri degli altri gruppi consiliari sensibili alle esigenze del turismo, perché l’Alto Adige dovrebbe impegnarsi a mantenere un ruolo centrale e protagonista e NON accettare la panchina dello spettatore condannato a vedere come il nostro territorio si trasforma sempre di più in teatro geografico di formidabile creazione di ricavi esorbitanti. Questo approccio lo dobbiamo anche ai comuni della nostra Provincia.