Se si vogliono sgravare i cittadini e le cittadine, le aziende, l’economia e le istituzioni dall’attuale mole di prescrizioni e istanze è indispensabile procedere anche a una semplificazione burocratica. Questo tema è ormai da tempo discusso non solo da ampi strati della popolazione ma anche dalla Giunta provinciale, tant’è che nella passata legislatura un’assessora ha avuto per la prima volta la competenza in materia di “semplificazione procedurale”. Anche il nuovo esecutivo ha ribadito l’importanza della sburocratizzazione, ma per ora nessun assessore sembra detenere questa competenza. In primo luogo si tratta di tutelare i cittadini e le cittadine da un eccesso di burocrazia e nel contempo ridurre al minimo gli oneri amministrativi per le imprese tramite un miglioramento del processo normativo. Ciò può avvenire da una parte invertendo l’onere della prova, in altre parole prevedendo che non siano più i cittadini o le imprese a dover fornire documenti e informazioni, ma che spetti all’amministrazione pubblica, in quanto fornitrice di servizi, chiedere alla popolazione di esibire esclusivamente gli atti che essa non riesce a reperire. Questo è già previsto dalla legge Bassanini (15 maggio 1997, n. 127) sulla “semplificazione amministrativa”. D’altro canto in futuro dovrebbe essere possibile evitare di recarsi di persona nei vari uffici poiché la maggior parte delle pratiche potrà essere svolta per via telematica. Ciò presuppone ovviamente un sistema di egovernment funzionante che consenta lo scambio dei documenti all’interno della pubblica amministrazione. C’è dunque bisogno di una riforma organica dell’apparato amministrativo. Parallelamente le leggi dovrebbero essere sottoposte, prima e dopo la loro approvazione, a una verifica dei costi correlati e degli oneri burocratici per poterne valutare efficacia e rilevanza. Una siffatta mole di adempimenti burocratici esercita un’azione frenante sulla politica e sul funzionamento della pubblica amministrazione. Tuttavia la sburocratizzazione ha senso solo se prima si ottimizzano le leggi in vigore e se tutte le proposte normative vengono analizzate al fine di valutare a priori l’onere amministrativo che ne deriva. Servono leggi più semplici e più chiare, che non siano in contraddizione tra loro e che non debbano essere continuamente modificate. Da una comparazione con i sistemi giuridici e le strutture organizzative dei Paesi Bassi, della Danimarca o della Svezia risulta che tutti questi Paesi hanno sancito per legge la riduzione della burocrazia. Anche se le modalità possono differire, il principio è sempre lo stesso: per ridurre la burocrazia e prevenire gli oneri amministrativi inutili servono una struttura fissa e neutrale, e standard uniformi. Alla fin fine gli obiettivi sono due: sgravare le leggi dal peso della burocrazia ma anche sgravare i cittadini e le aziende da troppe leggi e regolamenti. In questo senso i Paesi Bassi svolgono un ruolo pionieristico in Europa. Introducendo il modello dei costi standard (SCM) la Provincia ha reso un grande servizio ai responsabili politici, che così possono misurare e quantificare i costi amministrativi (spesso nascosti) di leggi e norme. La percezione dei costi li aiuta infatti a ottimizzare il processo normativo, il che significa migliorare la qualità di leggi e disposizioni e contemporaneamente evitare inutili adempimenti burocratici e complicate procedure amministrative. In tal modo si può raggiungere un buon equilibrio tra norme necessarie e costi minimi per la loro osservanza. Inoltre ne consegue che i cittadini e le cittadine non devono più sopportare oneri amministrativi in continua crescita.
Anche la vicina provincia di Trento ha riformato nell’aprile 2018 la legge provinciale n. 23 nell’ambito di un imponente abbattimento della burocrazia. Obiettivo: tempi tecnici più brevi e procedure amministrative più semplici al fine di migliorare i rapporti tra cittadini e aziende nonché la competitività della provincia.
Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale
- ad applicare in modo coerente la legge Bassanini (legge statale n. 127 del maggio 1997) promuovendo di conseguenza un’inversione dell’onere della prova in modo che l’amministrazione pubblica non esiga dai cittadini le informazioni che può procurarsi da sola o di cui è già in possesso;
- a insediare presso il Consiglio provinciale un centro di valutazione che sia responsabile del controllo sulla burocrazia e della verifica dei costi correlati a leggi e normative, e che analizzi gli oneri effettivi delle regolamentazioni introdotte;
- a evitare inutili spostamenti per pratiche burocratiche tramite una migliore digitalizzazione, anche dell’amministrazione, così da sgravare i cittadini e le cittadine dalle incombenze amministrative.